VAL FORMAZZA – LAGHI, CASCATE E RIFUGI

PIEMONTE

Benvenuti nella valle dell’acqua.
Lo spettacolo della cascata del Toce (o della Frua), che precipita da una bastionata di roccia scura, alta centoquaranta metri e circondata da abeti e larici, è stata descritta tra gli altri da Horace-Bénédict de Saussure (il promotore della prima ascensione del Monte Bianco), da Giosuè Carducci e dall’alpinista americano William Coolidge.
Prima dell’arrivo del turismo la Val Formazza, lo stretto solco alla testata della Val d’Ossola, era stata per millenni, almeno in estate, un luogo di passaggio attraverso le Alpi. Le mulattiere dei passi San Giacomo e di Gries, utilizzate nel Medioevo dai Walser per la loro migrazione, erano percorse da viaggiatori e mercanti diretti in Svizzera.
Nella seconda metà dell’Ottocento, mentre i turisti iniziavano ad apprezzare i pascoli, i ghiacciai e lo spettacolo offerto dalla cascata del Toce, le guide locali conducevano gli alpinisti sulle vette più elevate della valle come il Blinnenhorn (3371 metri) e la Punta del Sabbione (3183 metri), eleganti e ghiacciate ma più accessibili di quelle del vicino Monte Rosa.

STORIA DI CAMBIAMENTI

A cambiare la Val Formazza è stato il bisogno di energia da parte della pianura.
La prima centrale elettrica fu inaugurata nel 1911, dopo la Grande Guerra, le acque dei laghi Castel, Nero e di Valtoggia furono captate per alimentare le centrali di Sottofrua e di Valdo.
Nel 1919 una diga creò il lago del Vannino, nel 1940 fu riempito il bacino di Morasco, nel 1953 toccò al lago artificiale del Sabbione.
La cascata del Toce, scomparsa dopo la captazione, nel 1955 è stata saltuariamente riaperta a scopi turistici.

Lago di Morasco - Val Formazza
Lago di Morasco – Val Formazza

I SENTIERI DELL’ALTA VAL FORMAZZA

I sentieri dell’alta Val Formazza consentono di osservare dighe, edifici di servizio e laghi, e di raggiungere numerosi e accoglienti rifugi.
Il bel sentiero che tocca il rifugio Città di Busto prosegue verso i rifugi Mores e Somma Lombardo, affacciati su un magnifico panorama sul lago e sul ghiacciaio del Sabbione.
A mezza costa, da qui, si sale al rifugio Claudio e Bruno, di proprietà dell’Operazione Mato Grosso. Una associazione d’impronta salesiana, che investe i ricavi in progetti di cooperazione nel Terzo Mondo.
Pernottando in uno dei rifugi si possono ammirare il tramonto e l’alba su queste aspre e suggestive montagne.

QUOTA: da 1800 a 2710 metri;
DISLIVELLO: 910 metri;
DIFFICOLTA’: E;
SEGNALETICA: bianco-rossa G0 e G41;
QUANDO ANDARE: da luglio a settembre.

ITINERARIO

Da Ponte, capoluogo del Comune di Formazza, si segue la strada che sale alla cascata del Toce e poi verso l’abitato Riale e un parcheggio (1800 metri) ai piedi della diga di Morasco.
Ad agosto, nell’ultimo tratto, la strada viene chiusa nelle ore centrali della giornata, ed entra in funzione una navetta.
A piedi si segue il sentiero (segnavia G0), parte del sentiero Walser, che sale tagliando le svolte della strada che sale all’altezza della diga (1815 metri).
Si passa di fronte alla casa dei guardiani, e si continua sulla strada sterrata che costeggia a nord (arrivando da destra) il bacino.
Prima del termine della strada, dei cartelli invitano a scendere verso la base di una vecchia teleferica.
Si supera un ponticello in cemento, ci si dirige verso l’alpeggio di Morasco, e si inizia a salire su un sentiero ben segnato.
A un bivio (1920 metri, 0.45 ore) si lascia a sinistra un sentiero più diretto ma che include dei passaggi faticosi e scomodi, e si sale a destra verso le basse costruzioni dell’Alpe Bettelmatt (2098 metri, 0.30 ore), che si raggiungono con un breve tratto su una strada sterrata.

RIFUGIO CITTA’ DI BUSTO, RIFUGIO MORES, RIFUGIO CLAUDIO E BRUNO

A un nuovo bivio si lasciano a destra i segnavia G0 e il sentiero dei Walser, che sale verso il Passo di Gries e il confine svizzero, e si prosegue a sinistra seguendo i segnavia G41.
Dopo aver attraversato un vasto pianoro erboso, si sale a comode svolte fino al rifugio Città di Busto (2482 metri, 1 ora), che appare solo quando lo si sta per raggiungere.
Si riparte traversando il Piano dei Camosci, si scende verso la diga del Sabbione e il rifugio Mores (2550 metri, 0.30 ore), poi si costeggia la sponda settentrionale del lago e si continua salendo dolcemente a mezza costa nell’ampio e severo Vallone dell’Hohsand, in vista della Punta d’Arbola e del ghiacciaio del Sabbione, fino al rifugio Claudio e Bruno (2710 metri, 0.30 ore), ai piedi della Punta del Sabbione e del Blinnenhorn.

PERCORSO DI RITORNO

La discesa per lo stesso itinerario richiede 2.45 ore fino al posteggio. Se dal rifugio Mores si piega a destra seguendo le indicazioni per il lago di Morasco, si torna alla base per un percorso scomodo e faticoso ma che consente di risparmiare 0.30 ore.