DESCRIZIONE
La Silene bianca è una specie erbacea biennale o perenne, fortemente pubescente, con radice fittonante e fusto villoso, ramificato, prostrato o ascendente.
Le foglie, opposte, sono ovali-lanceolate, vellutate e percorse da tre venature, solitamente con un fascetto di foglie minori all’ascella, picciolate le basali, sessili le cauline.
I fiori, hanno calice tubolare con denti ottusi, di colore bruno, con venature longitudinali e corolla di 5 petali bianchi bilobati.
I frutti sono capsule piriformi, con denti eretti, contenenti piccoli semi sferici di colore brunastro.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
E’ una specie mediterranea in senso stretto. In Italia è presente in tutte le regioni.
Vegeta da 0 a 1300 m s.l.m.
Infestante di colture, predilige ruderi, incolti e la si può trovare anche lungo le strade.

ATTENZIONE!!!
Questa specie può essere confusa con Saponaria officinalis, tossica.
Si distingue in quanto ha foglie e fusto glabri, sono presenti 3-5 nervature fogliari e i fiori sono di colore rosa.
PARTI UTILIZZATE E PERIODO DI RACCOLTA
Le giovani foglie possono essere raccolte in primavera ed estate.
Le foglie basali e i giovani getti vengono consumati dopo la bollitura, solitamente ripassati in padella con aglio, olio e peperoncino o utilizzati per preparare frittate e torte rustiche.
Ottima per risotti e zuppe.
E’ utilizzata nel ripieno di ravioli.
RICETTA DELLA NONNA: Casoncelli di magro con la silene
Preparare una sfoglia sottile con 1 Kg di farina, 7 uova intere, 3 rossi e 2-3 cucchiai di olio extravergine di oliva, un pizzico di sale.
Per il ripieno ripassare nel burro le foglie di silene appena lessate, aggiustare di sale, unire una uguale quantità di ricotta di pecora e aggiungere due cucchiai di parmigiano e un pizzico di noce moscata.
I casoncelli, dopo essere stati bolliti in abbondante acqua salata, possono essere conditi con burro e salvia o con un sugo fatto con pomodoro e basilico.
NOTE
Per dare una spiegazione al suo nome, bisogna ricorrere alla mitologia: Silene era un satiro con una gran pancia rotonda che ricorda i frutti panciuti della pianta.
Oppure ricorrere al greco sialon=saliva, in riferimento alla sostanza molto simile alla saliva appunto, che è facile trovare sulla pianta a primavera.
Sostanza a volte erroneamente ritenuta prodotta dalla pianta stessa, ma in realtà prodotta dalla “cicala sputacchina”.