RISERVA NATURALE REGIONALE “SORGENTI DEL PESCARA”

Nella Riserva Naturale Regionale “Sorgenti del Pescara”, vede la luce il fiume Pescara che emerge dal sottosuolo nella zona di congiunzione tra i monti del Gran Sasso e della Majella.
Le sue acque percorrono per diversi chilometri i meandri sotterranei della montagna provenienti dagli inghiottitoi di Campo Imperatore prima di affiorare cristalline e fredde nel pianoro di capo Pescara nei pressi di Popoli. Il delicato ecosistema del quale è custode ha rischiato in passato gravi danni ma con l’istituzione della Riserva Naturale Regionale è oggi uno dei rari ambienti umidi ben protetti con sorgenti trasparenti e abbondanti tutto l’anno.
Istituita nel 1986 la Riserva conserva un preziosissimo scrigno di biodiversità. Qui sgorga il fiume Pescara, con 7 mila litri al secondo, nella città di Popoli che è la signora delle acque con 12mila litri di acqua al secondo.

FLORA E FAUNA

Nella riserva elementi caratteristici della fauna sono la trota che ancora qui mantiene le proprie caratteristiche dell’autoctonia, il gambero di fiume e le oltre 110 specie di uccelli che vivono nel canneto che si trova in questo specchio d’acqua limpido e cristallino. La Riserva protegge anche il colle capo Pescara dove regna appunto la mediterraneità con tante specie floro-faunistiche tipiche di queste zone.

PROGETTO INNOVAZIONE E BIODIVERSITA’

Per proseguire nel processo di valorizzazione dell’area protetta il comune di Popoli ha ottenuto il
finanziamento nel 2017 su un progetto che è stato co-finanziato dai fondi europei gestiti dalla Regione Abruzzo. Grazie ad esso sono stati programmati diversi interventi con l’obiettivo di diffondere un nuovo modo di interpretare natura, turismo sostenibile, accoglienza diffusa.
Il progetto coniuga l’innovazione e la biodiversità con il recupero e la conservazione della specie. Sono stati messi a punto un sistema di coltivazione in acquaponica, ossia di un sistema di coltivazione di ortaggi in idroponica alimentato con l’acqua proveniente dall’allevamento dei pesci, e l’intervento innovativo al quale si affiancheranno la riapertura di orti didattici, la riattivazione di sentieri, l’acquisto di biciclette, canoe, pulmini e altro ancora. Nell impianto di acquacoltura saranno allevati il gambero e la trota autoctoni, specie che si erano pressoché estinte in quasi tutti i corsi d’acqua non solo della Regione Abruzzo ma dell’intera Italia.
Il progetto consiste quindi in un impianto di acquaponica direttamente collegato ad un impianto di idroponica.


Nell impianto di acquacoltura vengono allevate le trote autoctone, il gambero di fiume autoctono e le deiezioni di questi animali vanno ad alimentare l’impianto di idroponica che, a sua volta, va ad alimentare le coltivazioni in corso.
Si tratta quindi di un impianto a circolo chiuso. Le specie autoctone di trota e di gambero di fiume, presenti nell’impianto di acquaponica, saranno poi utilizzate per i popolamenti di altri corsi d’acqua della Regione Abruzzo in aree protette.
Un altro elemento cardine del progetto è anche il rifacimento degli arredi e dei sentieri. Negli anni c’è stato un aumentata fruizione dell’area protetta e questo ha portato anche alla necessità di andare a rivedere quelli che sono gli spazi a disposizione dei turisti anche per far sì che questi spazi siano poi separati a quelli che sono gli ambienti in cui c’è una maggior biodiversità e che sono e devono essere soggetti a una maggior tutela perché lo scopo dell’area protetta è prima di tutto la conservazione della biodiversità.
Il progetto è stato realizzato con il finanziamento del Por Feser Abruzzo 2014 2020 azione 6.6.1 che riguarda gli interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo.