Ha un estensione di circa 53 ha, di cui 35 sono privi di interventi umani e sono i “residui” dell’antica selva litoranea di proprietà dei Marchesi D’Avalos. Per questo è altresì nota ai Pescaresi come Pineta o Parco D’Avalos.

La sua importanza è data dalla collocazione in un’area densamente edificata costituendo un
polmone di verde della città metropolitana Chieti-Pescara.
La Riserva è ancora attraversata da una strada di interesse provinciale e si colloca in adiacenza alla
lottizzazione, avviata nei primi decenni del novecento, della fascia costiera. Il contesto è quindi
prettamente urbano e ciò ne caratterizza la peculiarità essendo le riserve regionali collocate tutte
in ambiti rurali o montani. Nei suoi pressi si trova lo svincolo di accesso alla strada di circonvallazione (Nazionale Adriatica).
L’area della pineta include alcuni edifici di valore storico come l’ex opificio dell‘Aurum, una struttura a ferro di cavallo disegnata dall’architetto Giovanni Michelucci, architetto, urbanista e incisore italiano che nel 1939, nonché alcune eleganti ville in stile liberty. Inoltre, la riserva è dotata di un parco dei teatri, composto dall’Auditorium Flaiano e dal Teatro monumento Gabriele D’Annunzio. Dal punto di vista della flora, è molto importante la presenza di un piccolo lago.
La riserva, strettamente collegata al quartiere Pineta, presenta ai margini ampie zone agricole ed il
torrente Vallelunga.


FLORA
La flora presente nella riserva è tipica della macchia mediterranea.
La vegetazione della Pineta, caratterizzata dalla presenza del Pino d’Aleppo della Roverella e
dell’Olmo risente fortemente dell’eccessiva pressione costituita dalla densa urbanizzazione in cui è
inserita. I disturbi antropici, nelle diverse forme in
cui si manifestano, rischiano di compromettere le
possibilità di sopravvivenza della pineta stessa, collocata, peraltro, ad una quota inferiore
all’urbanizzazione circostante, con relativi e complessi problemi di smaltimento delle acque meteoriche.
Intorno al lago presente nelle riserva, crescono pioppi bianchi (Populus alba), salici bianchi (Salix alba) e salici piangenti (Salix babylonica), assieme a carici (Carex pendula), tife (Typha latifolia), cannucce di palude (Phragmites australis), salcerelle (Lythrum salicaria) e altre specie ripariali.
FAUNA
Nonostante le sue piccole dimensioni, all’interno ospita numerose specie di animali vertebrati con 107 specie di uccelli, 14 mammiferi, 11 anfibi e rettili, oltre a varie specie di pesci. Tra gli uccelli molti sono migratori.

GABRIELE D’ANNUNZIO E LA PINETA
Nel 1904 e di nuovo nel 1912 Gabriele D’Annunzio, pescarese doc, vi allestì la tragedia pastorale la “Figlia di Iorio”: da allora la bella pineta a sud della città è soprannominata Pineta Dannunziana. I marinai bizantini, nell’ottavo secolo d.C, quando era ben più estesa, la conoscevano già, perché navigando lungo quel tratto di costa – diretti o ritorno da Ravenna -, vi si rifugiavano in caso di tempesta.
D’Annunzio amava recarsi subito nella pineta della sua città di origine, non appena vi tornava, tuttavia la sua celebre poesia “La pioggia nel pineto”, per quanto sicuramente influenzata dai tali ricordi, è ambientata in un bosco della Versilia.
Secondo la ricostruzione dell’esperta di tradizioni abruzzese Elisabetta Mancinelli, sono le vicende legate al dramma dannunziano La figlia di Iorio, che aveva già trovato rappresentazione pittorica nell’opera di Francesco Paolo Michetti del 1895, a collegare definitivamente la Pineta a D’Annunzio.