SEMINA
E’ un modo semplice per riprodurre le piante. Per la riproduzione delle piante potete comperare i semi, di solito, in bustine presso i consorzi e i negozi di vivaismo. Per la riuscita della semina, sia in semenzaio sia in piena terra, dovete acquistare semi di buona qualità . Inoltre il terriccio che li accoglierà dovrà essere leggero e fertile, ben drenato e umido. Infine l’ambiente circostante dovrà avere la corretta illuminazione, poiché la luce e il calore sono fondamentali per la germinazione.
La semina effettuate in semenzaio è più semplice, mentre quella in piena terra è un pò più complessa ma solo perché dovrete far attenzione alla lavorazione preliminare del terreno.

IL SEMENZAIO
E’ generalmente una “piccola serra” coperta, con umidità costante e temperature intorno ai 20°C, che consente di produrre piantine da destinare al trapianto. Si utilizza nel caso di semi di riproduzione molto piccoli – che non verrebbero distribuiti uniformemente in piena terra – e per anticipare la semina di specie da trapiantare precocemente.
E’ bene ricordare che i semi andrebbero disinfettati, immergendoli in una soluzione al 10% di ipoclorito di sodio per 15 minuti, oppure in acqua calda (55°) per 20 minuti.
Prima della semina è opportuno bagnare abbondantemente il terreno.
Se tale operazione viene eseguita prima della semina può servire a far germinare i semi delle piante infestanti in modo da eliminarle (si chiama falsa semina). Si procede poi alla semina vera e propria.
La permanenza delle piantine nel semenzaio non deve protrarsi a lungo per evitare fenomeni di eziolatura, tipici nei periodi di scarsa luminosità . L’eziolatura è una riduzione dei pigmenti clorofilliani, per cui le piante si presentano pallide e di colore verde chiaro.
Occorre interrare il seme ad una profondità differente secondo le dimensioni dello stesso: si va da un paio di centimetri per i semi più piccoli (basilico) a 3-4 cm per i semi più grandi, quali per esempio fave, piselli, zucchine e ravanelli.
Le tecniche di semina sono tre: a spaglio (spargendo i semi uniformemente nel perimetro di terreno scelto), a buchette o postarella (inserendo i semi in tante piccole aree di terra delimitate) o a file (come per buchette ma con i semi disposti in filari).
Dopo la semina, trascorso un periodo variabile da specie a specie, spunteranno le nuove piantine che necessitano subito di luce e umidità sufficienti.
Passati pochi giorni dovrete procedere al diradamento, vale a dire alla rimozione di una parte delle piantine appena nate.
Questo perché i giovani virgulti hanno bisogno di aria, acqua, nutrimento e soprattutto spazio in quantità sufficiente; ecco il motivo per cui non deve esserci sovraffollamento.
Le piante, dopo l’emissione delle prime due foglioline, possono essere trapiantate in contenitori più grandi per una prima selezione di quelle più robuste, oppure possono essere trapiantate in campo appena raggiungono lo stadio di 3-5 foglie.

LA DIVISIONE DEI CESPI
Si tratta di un metodo di riproduzione semplice, che consiste nel dividere letteralmente in due o più parti una pianta cespugliosa di grandi dimensioni. Con una vanga si procede delicatamente alla divisione in parti uguali, facendo ben attenzione a non rovinare l’apparato radicale, e badando che gli esemplari risultanti abbiano tutti gli elementi della pianta originale: cioè radici con pane di terra, adeguata impalcatura del fusto e rami e fronde abbondanti. A questo punto si possono invasare o interrare i nuovi cespi.
LA TALEA
La talea è il sistema di riproduzione che, se ben condotto, regala moltissime soddisfazioni. Consiste nel far emettere radici a una sezione di un vegetale, sia esso rappresentato da una radice, una foglia, un ramo o un tratto di fusto.
I rischi tuttavia per la buona riuscita di una talea sono tanti, e gli insuccessi sono piuttosto frequenti. Sebbene la riproduzione per talea può essere applicata a molte specie, non tutti i tipi di vegetale sono idonei.
Condizioni di base per aver successo con questo sistema sono sufficiente calore, umidità abbondante e tanta luce.
Alla base è sempre necessario partire da vegetali sani e ben sezionati. Infine è fondamentale scegliere l’epoca giusta, generalmente la tarda estate o l’inizio della primavera.
Prima di affidare al terreno la nostra “sezione di pianta” è anche opportuno cospargerla con il prodotto specifico per stimolare l’emissione di radici: è sufficiente una modesta quantità di liquido di facile reperibilità nei vivai e consorzi a basso costo. Appena la talea avrà emesso radici, si può invasare il nuovo esemplare in vaso o metterlo a dimora in piena terra, prestando attenzione a non rovinare le radichette appena nate che sono delicatissime.
LA MARGOTTA
E’ un metodo di riproduzione basato sulla moltiplicazione delle piante, come la semina e la talea, ma con il vantaggio di poter ottenere una nuova pianta da un ramo o da un tronco, e quindi già di buone dimensioni.
Occorre partire da materiale in buone condizioni ed effettuare l’operazione durante il periodo di massima crescita.
Anche se esistono diverse tecniche – a ceppaia, a propaggine e aerea – il metodo più usato è quello di scortecciare un anello del tronco, avendo cura di arrivare fino al legno.
Scelto il ramo da far radicare, incidete con un coltello ben affilato e pulito la corteccia asportando un anello di altezza uguale al diametro del ramo.
Togliete la corteccia e spargete sulla parte scortecciata un ormone radicante, che si acquista dai vivaisti. Applicate intorno all’anello del terriccio o della torba, oppure della miscela di torba e perlite o torba e pomice.
Ricoprite poi il tutto con un foglio di plastica trasparente per la conservazione dell’umidità , fissatelo alle estremità con del filo di rame.
Il foglio deve essere trasparente per poter osservare la formazione delle radici.
Di tanto in tanto sarà bene idratare il terriccio con l’ausilio di una siringa.
Dopo un tempo variabile a seconda del tipo di vegetale, il cartoccio sarà pieno di radici e allora potrete separare la parte superiore lasciando un moncone di 1 cm e mettere in vaso la nuova pianta.
Il tempo necessario per l’emissione delle radici varia secondo la specie e il vigore della pianta: per esempio una margotta di pero praticata a maggio si può di solito staccare alla fine di giugno. Il periodo ideale per eseguire una margotta è fine primavera, quando le temperature sono altre; la temperatura, infatti, insieme all’umidità e l’entrata in vegetazione della pianta, sono i requisiti principali per la buona riuscita di una margotta.
Tra le piante che radicano rapidamente mediante margotta ci sono il melograno, l’olivo e quasi tutti gli alberi da frutto.