Nome scientifico: Borago officinalis L.
Famiglia: Boraginaceae
La Borragine è una pianta erbacea annuale, alta fino a 70 cm, con fusti eretti e ramificati, spesso venati di rosso.
Tutta la pianta è ricoperta da lunghe setole che la rendono ispida.
Le foglie basali hanno lunghi piccioli, lamina ovato-lanceolata, margine dentato, ondulato, con nervature in rilievo sulla pagina inferiore.
Le foglie cauline sono lanceolate, brevemente picciolate o sessili.
I fiori, riuniti in infiorescenze terminali, sono peduncolati e penduli.
Il calice è composto da 5 sepali stretti e lanceolati, la corolla da 5 petali di colore azzurro-blu, le antere, di colore violetto sono riunite insieme.
I frutti sono tetracheni ovali molto duri che contengono al loro interno numerosi semi.

DISTRIBUZIONE E HABITAT
La Borragine è’ una specie con areale centrato sulle coste mediterranee, in Italia è presente in tutte le regioni.
Vegeta da 0 a 800 m s.l.m.
Cresce principalmente in terreni fertili e in ambienti ruderali umidi.
PARTI UTILIZZATE E PERIODO DI RACCOLTA
Le giovani foglie basali possono essere raccolte nel tardo inverno-primavera.
UTILIZZO
Le giovani foglie della rosetta basale sono utilizzate per la preparazione del preboggion, una miscela di erbe spontanee tipiche della cucina ligure, per minestre, frittate, torte ma in particolare per il ripieno dei pansoti, una sorta di ravioli, da condire con salsa di noci.
RICETTA
Preparare la sfoglia con 1 Kg di farina e 8 uova, lasciarla riposare per 1/2 ora.
Sbollentare 200 g di borragine e , una volta raffreddata, strizzarla bene e tritarla finemente.
Amalgamare 200 g di ricotta con la borragine e 200 g di parmigiano, aglio tritato, noce moscata e sale.
Preparare i ravioli con la farcitura, cuocerli in abbondante acqua salata e condire con salsa di noci preparata con 100 g di noci, 50 g di pinoli, 50 g di parmigiano grattugiato, 1 spicchio d’aglio, olio EVO e un pò di ricotta.
NOTE
Il suo nome viene dal celtico Barrach che significa coraggio.
In effetti era già nota nell’antichità per i suoi effetti blandamente euforizzanti, per questo i guerrieri celti e i crociati mettevano fiori di borragine nel vino per infondere coraggio prima delle battaglie.
Plinio la chiamava Euphrosinum proprio perché rende l’uomo euforico, come attesta l’antico verso Ego Borago-Gaudia semper ago.