Il Parco Nazionale Gran Paradiso segna per l’Italia un primato, quello del primo Parco nazionale, istituito il 3 dicembre 1922.
Oggi il Parco abbraccia oltre 70 mila ettari a cavallo tra Valle d’Aosta e Piemonte. Comprende cinque valli principali e numerose convalli minori, separate tra loro da imponenti massicci: il crinale dall’Herbetet alla Grivola, la Torre del Gran San Pietro, il Ciarforon e la Tresenta;
La visita a questo Parco nazionale è una tappa obbligata in un ipotetico Grand Tour fra i santuari verdi del globo.
Non è una meta solo per ammirare lo scenario immenso di solenni cime, abbacinanti ghiacciai, folte foreste e ridenti pascoli che d’estate si trasformano in un campionario della colorato flora alpina. Si giunge in questo Parco anche per imparare la lezione misteriosa, straordinaria e commovente che la natura ci impartisce dalla notte dei tempi.

ANIMALI E PIANTE
Tra le alte vette e i fondovalle il dislivello è di tremila metri, a volte anche oltre.
E’ sufficiente questo dato per comprendere la sensazionale varietà di ambienti che è possibile osservare all’interno del Parco.
Si va dai nevai alle praterie d’alta quota, dalle foreste di conifere ai castagneti.
Tutto impreziosito da laghi, cascate e torrenti scroscianti.
Va da sè che anche la flora e la fauna sono tra le più ricche d’Italia.
I boschi di aghifoglie, dove predominano i larici, misti ad abeti rossi, pini cembri e più raramente all’abete bianco, si arrampicano lungo i versanti fin oltre i duemila metri.
oltre tale quota lasciano lo spazio ai vasti pascoli alpini, ai solitari valloni sospesi e poi, ancora più sù, ai ghiacciai, che anche qui però stanno arretrando.
E’ impossibile elencare tutte le specie di piante rare o endemiche che crescono nell’area protetta, fra le più delicate si segnalano la potentilla della Pennsylvania, l’etionema di Thomas e l’astragalo coda di volpe, entrambi rarissimi in Italia, e il giglio di monte o paradisia, scelto come simbolo del Giardino botanico alpino Paradisia di Valnontey.
L’emblema del Parco invece è lo stambecco, che si può avvistare facilmente al pascolo. Piuttosto comuni sono anche il camoscio e la marmotta, il cui caratteristico fischio in genere ne anticipa il probabile incontro.
Sulle vette nidifica l’aquila reale, e grazie ad un programma internazionale di reintroduzione, nei cieli del Gran Paradiso è ritornato anche il Gipeto, un grande avvoltoio che era scomparso dall’arco alpino nel 1912.
I recessi boscosi ospitano sparviere, astore, civetta nana, civetta capogrosso e ben quattro specie di picchio: verde, nero, rosso maggiore e rosso minore.
Sebbene la natura regni ovunque, meritano considerazioni anche i minuscoli villaggi sparsi fra le valli, custodi di una tradizione e una cultura secolare che il Parco è impegnato a salvaguardare.


ALCUNE ESCURSIONI
- BRUIL – CASOTTO DEL sORT – ALPE CHAUSSETTAZ
Partenza: Villaggio di Bruil;
Tempo: 1.45 ore;
Dislivello: 571 m; - VALNONTEY – RIFUGIO SELLA
Partenza: Valnontey;
Tempo: 3 ore;
Dislivello: 922 m; - BOSCHIETTO E BOSCHIETTIERA
Partenza: Villaggio di Forzo o anche dal Villaggio Molino di Forzo;
Tempo: 2 ore;
Dislivello: 327 m; - CERESOLE – LAGO DI DRES
Partenza: Ceresole Reale, località Pian della Balma;
Tempo: 2.30 ore;
Dislivello: 550 m; - LILLAZ – LAGO DI LOIE
Partenza: Lillaz;
Tempo: 2.45 ore;
Dislivello: 729 m; - VALLONE DEL ROC
Partenza: Noasca o anche da Balmarossa;
Tempo: 3 ore;
Dislivello: 450; m - PONT – RIFUGIO VITTORIO EMANUELE II
Partenza: Pont;
Tempo: 2.30 or;e
Dislivello: 759 m; - PONT – PIANORO DEL NIVOLET
Partenza: Pont;
Tempo: 2 ore;
Dislivello: 448 m;
GRAN PARADISO IN INVERNO
Per vivere tutta la bellezza dei paesaggi invernali non servono necessariamente gli sci da discesa. Le passeggiate con le ciaspole e lo sci di fondo sono attività invernali diffusamente praticate nelle valli del Parco. Le prime, in particolare, sono più facili da usare degli sci di fondo, permettendo così a chiunque di avvicinarsi alla montagna e di immergersi nella quiete regolata dalla neve. Ogni valle ha diverse proposte per soddisfare i vari interessi.
Tra queste, in valle Orco, particolarmente suggestivo è il sentiero de Il Grande Silenzio che conduce, tra panorami spettacolari, al lago Serrù (2510 m).
In Valsavarenche, percorrendo l’itinerario che porta alla Casa reale di caccia di Orvielle (2190 m) chi è alla ricerca dell’incontro con gli animali potrà scorgere scoiattoli e camosci e una serie di uccelli come picchi, cince e crocieri.
In val di Rhemes, invece, la salita agli alpeggi dell’Entrelor (2142 m ) consente di ammirare un importante esempio di “soglia glaciale”, a testimonianza dell’azione operata dai ghiacciai quaternari.
Naturalmente prima di partire sarà bene consultare i bollettini nivo-metereologici regionali ( www.aineva.it – www.fondazionemontagnasicura.org ).
PRODOTTI DEL TERRITORIO
Nonostante sia diviso in diverse vallate su due regioni, il territorio del Parco è un comprensorio alpino molto unitario per quel che riguarda le tradizioni culinarie.
Ecco allora il salame di patate, il tipico Boudin, un insaccato che si fa mescolando al sangue di maiale patate bollite, rape o barbabietole e spezie varie.
La mocetta, che un tempo si ricavava dalla coscia disossata dello stambecco e oggi da quella del camoscio o della capra.
Poi la Fontina DOP e la Toma e tanti dolci, come le famose tegole valdostane. Il Mecoulin, pane con l’uvetta che si può trovare nelle pasticcerie di Cogne, la torta del Nivolet, le Giuraje (particolari confetti) da gustare nel versante piemontese, e vari tipi di miele, tra cui quello di rododendro.