Il Parco nazionale dei Monti Sibillini comprende l’omonima catena montuosa, lunga circa trenta chilometri, ricca di valli selvagge e fianchi boscosi che scendono ripidi fino ai margini collinari.
Dalla catena principale, composta da una cinquantina di vette, delle quali più della metà sopra i duemila metri, si dipartono dorsali secondarie, che delineano numerosi vali solcate da impetuosi torrenti.
FLORA E FAUNA
L’azione potente della natura e l’attività dell’uomo che, nonostante l’aspetto aspro dei luoghi è presente da millenni, hanno contribuito a formare la ricchezza naturale e culturale del territorio.
Ricchezza che si traduce innanzitutto in circa 1800 specie vegetali: tra queste la stella alpina dell’Appennino, la rarissima Gentiana dinarica, il camedrio alpino e il genepì dell’Appennino.
Un tempo la superficie forestale era ben maggiore, ampie zone sono state disboscate nei secoli per fare spazio all’agricoltura e all’allevamento.
Ancora oggi molti pendii sono dominati dai pascoli e pure l’immenso Piano Grande è in realtà una gigantesca coltivazione di lenticchia, seppure inserita in uno scenario meraviglioso.
L’armonia del paesaggio del Parco nazionale dei Monti Sibillini è evidente nell’alternarsi di campi coltivati e boschi cedui, che si susseguono come tessere di un mosaico nel quale s’inseriscono con equilibrio borghi, case rurali, chiese e castelli.
Negli ultimi decenni tali ambienti sono tornati a popolarsi di animali, un tempo estinti o divenuti rari, come istrice, gatto selvatico, capriolo e cinghiale.
La fauna più interessante però è rappresentata dal lupo, che frequenta soprattutto i pendii inaccessibili dei monti Rotondo e Vettore e la valle del Fiastrone, dal falco pellegrino, dal gufo reale e dal maestoso cervo, reintrodotto dal Parco nel 2005, quasi due secoli dopo la sua scomparsa.
Anche se in maniera sporadica, è stata accertata, in tempi recenti, la presenza dell’orso bruno appenninico.

ALCUNE ESCURSIONI
- SENTIERO NATURA DI AMANDOLA
Tempo: 3 ore;
Dislivello: 89 m;
Partenza: Rifugio Garulla. - MONTEMONACO – MONTE SIBILLA
Tempo: 3.20 ore;
Dislivello: 710 m;
Partenza: Rifugio Sibilla.
VILLA CURI A MONTEMONACO
Oggi che l’accesso alla grotta della Sibilla non è più praticabile, essendo solo un cumulo di macerie, è comunque possibile ripercorrere il mito della misteriosa maga nella villa Curi a Montemonaco, dove ha sede il Museo della Sibilla.
Attraverso gli oggetti esposti, tra cui antichi libri e pergamene, è raccontata la strettissima relazione tra storia e leggende in cui è immerso il territorio.
Il museo accoglie al suo interno anche la Casa del Parco, che offre al visitatore informazioni turistiche e pratiche sull’area protetta.
PRODOTTI DEL TERRITORIO
Oltre ai leggendari salumi “norcini”, prodotti tipici meno noti sono i cacìoni o piegoni, grossi tortelli a forma di mezzaluna, che si possono trovare sia dolci, sia salati.
L’involucro è una sfoglia croccante gialla e lucida, con un ripieno che può essere a base di ricotta, uova, zucchero, pecorino oppure arricchito con il cacao.
In quest’area si producono alcune ricercate leguminose, quali l’ineguagliabile lenticchia di Castelluccio di Norcia, la roveja – ottima per un originale polenta dal caratteristico colore verde -, la cicerchia, il farro, senza dimenticare lo zafferano.
Infine, le due bevande di fine pasto: il Mistrà e il Vin cotto.
La devastazione causata dal sisma può rendere difficoltoso l’approvvigionamento di alcuni prodotti, che andrebbero proprio per questo sostenuti.