NEL PARCO DELLE CASCATE DI MOLINA

VENETO

Rocce levigate dall’acqua e fitti boschi, grotte e croci incise secoli fa nella roccia. E soprattutto le cascate, una decina, che raggiungono i 20 metri di altezza.
Situato a sud-est del paese, il Parco delle cascate di Molina comprende l’ultimo tratto della Valle di Molina e la confluenza con la Val Cesara e il Vaio delle Scalucce. A caratterizzare questo angolo dei Monti Lessini è l’acqua.
Il paese di Molina, che conserva numerose belle case in pietra, ha preso il nome dalla presenza, in passato, di mulini (negli anni Trenta ne erano ancora in funzione diciassette), azionati dalla forza idraulica dei torrenti che alimentano le cascate del Parco.
I Lessini, in buona parte in provincia di Verona (ma la zona più orientale, che si affaccia su Recoaro Terme, è in territorio vicentino), si alzano sul confine con la provincia di Trento, non raggiungono i duemila metri di quota (il Monte Zevola, la cima più alta, raggiunge quota 1975), e sono protetti dal 1990 da un Parco regionale esteso su 10.201 ettari.
Il paesaggio stupisce per la sua varietà. Accanto alle verdi dorsali di pascoli degli Alti Lessini, e ai boschi formati in prevalenza da carpino, faggio e abete rosso, si aprono le profonde incisioni (che qui si chiamano vaj) della Marciora, dei Falconi, dell’Anguilla, di Squaranto, di Revolto e della Val Fraselle, che formano a tratti dei veri e propri canyon.
I livelli argillosi impermeabili dei calcari cretacei del Biancone impediscono alle acque piovane di filtrare nel sottosuolo, originando così le sorgenti.

Cascate Di Molina
Cascate Di Molina

ESCURSIONI NEL PARCO

Nel Parco delle Cascate, una rete di comodi sentieri permette di scoprire la serena solennità di una cascata spumeggiante, le distese di fiori multicolori che appaiono all’improvviso tra boschi e rocce, le forre traversate da un vorticoso torrente.
Il Parco, gestito dal Comune di Molina, è aperto tutti i giorni da aprile a settembre, solo la domenica a ottobre e marzo, ed è chiuso da novembre a febbraio, quando l’acqua è bloccata dal gelo, e la neve e il ghiaccio possono rendere pericolosi i sentieri. Nel Parco è possibile seguire itinerari di diversa lunghezza, indicati da frecce e tabelle colorate. Accanto alla biglietteria si trova una malga che offre servizio di ristoro, affiancata da una bella terrazza panoramica.

QUOTA: da 430 a 605 metri;
DISLIVELLO: 270 metri;
TEMPO: 2 ore;
DIFFICOLTA’: T/E;
SEGNALETICA: cartelli del Parco;
QUANDO ANDARE: da marzo a ottobre.

ITINERARIO

La strada più comoda per raggiungere Molina e il Parco risale il fondovalle del Progne da San Pietro in Cariano e Fumane.
Da Bosco Chiesanuova e dagli altri paesi della Lessinia si passa per Sant’Anna di Alfaedo. La tortuosa strada che sale da Peri conduce dalla Valle dell’Adige a Breonio, da cui si scende a Molina.
Lasciata l’auto in un posteggio (605 metri) si entra in discesa nel borgo in pietra di Molina, e lo si attraversa seguendo le indicazioni per il Parco.
Prima o dopo la camminata, è da vedere il Museo Botanico, dedicato a Giovanni Zantedeschi, medico e botanico nato a Molina nel 1773.
Lo ricorda la Zantedeschia, la calla dei fioristi. Merita una visita anche il Mulin de Lorenzo, dotato in origine di due ruote (ne è stata recuperata una), che permetteva di effettuare contemporaneamente la macinazione dei cereali e la follatura della lana.
Per un viottolo indicato da cartelli si scende alla biglietteria (550 metri).

Cascate Di Molina
Cascate Di Molina

INGRESSO NEL PARCO – LE CASCATE

Entrati nel Parco si va a sinistra (segnavia verdi, rossi e neri), si oltrepassa un’area da picnic e si traversa un ponte sopra la cascata Nera, che si ammira da un belvedere. Poco oltre c’è la Grotta della Sacchetta, utilizzata nella preistoria. Riattraversato il ponte, si scende ai piedi della cascata, dove un’altalena consente di bagnarsi.
Si scende a un ponte sopra la cascata Spolverona, si costeggia una parete rocciosa, si superano delle croci incise nel calcare e si raggiunge un bivio.
Verso sinistra (segnaletica nera) si risale al Pozzo Tondo, magnifica marmitta dei giganti, e alla Grotta delle Tette More. In discesa a un altro bivio si va a sinistra, si tocca un belvedere, e si continua nel bosco fino a tornare al tracciato principale.
Si oltrepassa un altro ponte, si lasciano a destra i segnavia verdi e ci si affaccia sulle cascate del Marmittone, del Tombolo e del Pozzo dell’Orso. Una scala porta alla confluenza della Val Cesara e del Vaio delle Scalucce (430 metri).
Verso sinistra c’è la cascata del Doppio Covolo. Si torna indietro, si tralascia il sentiero di discesa e si raggiunge un nuovo ponte.
Qui inizia la risalita per un buon sentiero a tornanti. Dopo una deviazione a sinistra verso una grotta che ha restituito delle testimonianze preistoriche e i resti di un mulino in muratura, si torna all’ingresso del Parco, al paese e al posteggio.
L’intero anello richiede 2 ore.