Situato nel cuore dell’Abruzzo in una suggestiva cornice paesaggistica, Navelli è un borgo famoso per la sua piana, territorio rinomato per la produzione dello zafferano dell’Aquila dop. E’ uno
dei comuni più caratteristici dell’Abruzzo.
Il comune di Navelli è rientrato nel 2008 nel club dei comuni più belli d’Italia. L’amministrazione del borgo è molto propensa a rimanervi per cui rivolge moltissima attenzione sulla parte architettonica e artistica del paese.

ORIGINE
Inerpicata sulle pendici di una verde collina e dalla posizione particolarmente strategica, Navelli fu luogo di antiche dominazioni. Sembrerebbe che il nome “Navelli” deriva proprio dal fatto che siano stati 9 “villaggi” ad unirsi sotto un unico castello, e quindi da lì il nome iniziale di Novelli. Poi la trasformazione in Navelli sembra sia generato dal fatto che il comune abbia partecipato alle crociate e questo ha fatto sì che avendo ottenuto un ottimo risultato, in ricordo di questi eventi, il nome del paese sia stato trasformato da Novelli a Navelli per ricordare la nave.
Testimoniano l’antico e glorioso passato di Navelli i caratteristici scorci che diramandosi nel centro storico fanno di questo grazioso abitato uno dei borghi più belli d’Italia.
CENTRO STORICO
Varcando Porta San Pelino ci si immerge nel borgo tardomedievale, parte più antica di Navelli. Costituito attorno al 300 il centro abitato, completamente costruito in pietra locale, era in passato circondato da robuste fortificazioni, dal sedicesimo secolo sostituite dalle caratteristiche case mura. La struttura è abbastanza fortificata perché si ritrovano anche le cosiddette case mura. Quindi praticamente scendendo dal castello si arrivava in un punto in cui le case hanno proprio la struttura di “case mura”. A dominare dall’alto Navelli e la sua piana è l’antico e maestoso Palazzo Santucci il cui nome si deve agli ultimi suoi proprietari. Il paese basava la sua economia sullo zafferano che esportava anche in oriente e c’è anche un elemento che ricorda, nella parte storica, questi passaggi perché c’è una finestrella tipicamente orientale.
Il palazzo Baronale, la cui costruzione è iniziata probabilmente nel 1587, non venne finito prima del 1632, data scolpita in una colonnina del pozzo cisterna del cortile interno del palazzo. Dalla suggestiva e ampia corte, con elementi tipici del palazzo fortificato tardo rinascimentale, si giunge grazie a
due scalinate laterali al Loggiato e agli ampi saloni, un tempo locali di rappresentanza. Oggi sono un affascinante location per eventi culturali e mostre temporanee.
Paesino intriso di storia, Navelli custodisce nei suoi antichi vicoli in pietra tutta la tradizione e la religiosità che negli anni l’hanno percorsa. Caratteristiche sono le lastre di pietra concave un tempo punto di ristoro per gli asini, dopo una lunga giornata di lavoro, oggi ancora ben visibili ed incastonate vicino alle entrate delle case. Singolare della particolare religiosità di Navelli è come un così piccolo borgo ospiti nel suo territorio ben 18 luoghi di culto.

CULTURA RELIGIOSA
Patrono di Navelli San Sebastiano Martire la cui festa viene svolta nel mese di maggio insieme con la Madonna del Gonfalone che un’altra importante Chiesa. Invece a Civitaretenga, frazione di Navelli, si festeggia la festa di Sant’Antonio.
Nel cuore del centro storico interessantissima è la Chiesa della Madonna del Rosario recante sul portale lo stemma civico con il simbolo della nave. Sorta attorno al 1726, sui resti dell’antica Chiesa di San Pelino, ospita al suo interno tra altari, dipinti e stucchi il monumentale organo dei Fedri datato 1782 e la grande pala raffigurante la Crocifissione risalente al XVII secolo.
Poco lontano sorge uno dei fiori all’occhiello della comunità navellese, la piccola e graziosa Chiesa di San Girolamo. Un tempo annessa all’ospedale, antico luogo di ricovero per viandanti e pellegrini che in passato percorrevano l’altopiano, la Chiesa è stata restaurata nel 2011. Al suo interno sulla parete frontale sono ammirabili pregevoli affreschi. Degna di nota è poi la Chiesa di Sant’Antonio da Padova che si incontra arrivando alla vicina frazione di Civitaretenga. L’edificio sacro presenta al suo interno antiche tavole dipinte e resti di affreschi.

PRODOTTI TIPICI
Conosciuto già nell’antica Grecia e presso i romani, lo zafferano giunse a Navelli nel XIII secolo per opera del domenicano Padre Santucci.
La spezia dal colore ocra e dai fiori violacei qui vi trovò un terreno ideale e ancora oggi è al centro di una lavorazione esclusivamente manuale.
A testimoniare quanto da sempre lo zafferano sia radicato nella cultura popolare rimane ancora oggi visibile il dipinto conservato nella Chiesa della Madonna dell’Arco. Qui infatti secondo un’antica leggenda, la spezia venne utilizzata come colorante nella realizzazione dei particolari della Sacra Icona. Oltre allo zafferano altri protagonisti della tradizione culinaria navellese sono i ceci. Sono presenti due varietà di ceci tipiche di questa zona: il cece bianco e il cece rosso. Per valorizzare questo tipo di legumi è stata costituita un associazione di produttori con lo scopo sia di valorizzare si di chiedere il presidio slow food per questo prodotto.

Antico borgo medievale sospeso tra passato e presente Navelli e il luogo in cui riscoprire la
storia e lasciarsi cullare dal profumo delle antiche tradizioni