Il Monte Vettore, la cima più elevata dei Monti Sibillini e delle Marche, si affaccia sulle dolci colline del Piceno con dei ripidissimi versanti di erba e sassi, inframezzati a pareti di roccia.
Dall’altra parte, il Vettore precipita con una scarpata di erba e ghiaie sul lago di Pilato, sorvegliata anche dalla parete del Pizzo del Diavolo, la più elegante della catena.
Oltre il Pizzo, la Cima del Redentore è la seconda per quota dei Sibillini, e segna il punto più elevato dell’Umbria.
Tra gli itinerari che salgono ai 2476 metri del Vettore, quello che inizia da Forca di Presta e tocca il rifugio Zilioli è il più monotono e frequentato.
Anche se il sentiero è segnato, sui pendii tra il rifugio e la cima, se c’è nebbia, l’orientamento può diventare complicato.
Il panorama, fin da Forca di Presta, abbraccia i vicini Monti della Laga e la lontana piramide del Corno Grande.
Più vicina, ai piedi della cresta e del sentiero, è la conca di Arquata del Tronto.
La cima del Vettore è uno straordinario belvedere.
Oltre ai colli e a decine di borghi del Piceno, ai campanili del capoluogo e alla costa adriatica, si vedono le vette più settentrionali dei Sibillini, dalla Priora al Monte Bove.
Chi s’interessa all’alpinismo e alla sua storia può studiare le rocce del Pizzo del Diavolo.
CENNI STORICI E MODERNI
Scoperta da Angelo Maurizi, un medico milanese trapiantato a Castelsantangelo sul Nera, questa muraglia incisa da profondi camini è stata salita per la prima volta nel 1934 da Maurizi e dall’aquilano Domenico D’Armi.
La via più frequentata della montagna è lo spigolo nord-est, un’elegante via di terzo e quarto grado salita nel 1947 da Maurizi e D’Armi con Andrea Bafile, il migliore arrampicatore abruzzese di quegli anni.
Nei decenni successivi, itinerari fino al settimo grado sono stati inaugurati dai migliori alpinisti ascolani.
Sulla vicina parete del castello, la guida alpina romana Paolo Caruso ha toccato nel 2003 il 7c, il nono grado della scala classica.
All’inizio del sentiero che sale in direzione della cima, il rifugio degli Alpini ricorda un alpinista ascolano morto durante un’ascensione invernale al Vettore, Tito Zilioli; costruito negli anni Sessanta dalla sezione ascolana del CAI, è stato restaurato dai soci della sezione di Perugia.
Tra l’estate e l’autunno del 2016, i terremoti che hanno devastato Amatrice e Norcia hanno colpito in maniera durissima Castelluccio, Arquata del Tronto e gli altri centri ai piedi del Vettore.
Il rifugio Zilioli è attualmente inagibile, e il sentiero è tagliato da una faglia le cui immagini sono apparse sui giornali e in televisione.

QUOTA: da 1536 a 2476 metri;
DISLIVELLO: 930 metri;
TEMPO: 4.15 ore;
DIFFICOLTA’: E;
SEGNALETICA: bianco-rossa;
QUANDO ANDARE: da maggio a fine ottobre.
ITINERARIO
Da Arquata del Tronto o Montegallo sul versante marchigiano, oppure da Castelluccio o da Norcia su quello umbro, si raggiunge il valico di Forca di Presta (1536 metri), poco a sud del quale sorge il rifugio degli Alpini.
Da Castelsantangelo sul Nera si deve salire a Castelluccio, e proseguire fino al valico.
A piedi si segue il largo sentiero sassoso indicato da segnavia bianco-rossi, che inizia dal posteggio del valico, e che sale a sinistra di un crinale.
Si traversa un pianoro erboso, si sale ancora a sinistra e ci si affaccia sulla Valle Santa, che scende verso i Piani di Castelluccio.
Dopo aver traversato un pianoro, e aver superato il gradino della faglia che si è aperta dopo il terremoto del 2016, si continua a destra della cresta fino a un nuovo ripiano erboso, oltre il quale vi è un faticoso pendio di ghiaie.
IL RIFUGIO ZILIOLI
Una piccola croce metallica ricorda l’alpinista ascolano Tito Zilioli, qui morto nel 1961. Dove il sentiero rimpiana si traversa il pianoro (2000 metri) che separa il cocuzzolo del Vettoretto (sulla destra) e i ripidi pendii della Cima di Prato Pulito.
Il sentiero traversa delle ghiaie, supera una breve fascia più ripida e poi sale all’ormai vicino rifugio Zilioli (2238 metri, 1.45 ore), ben visibile da lontano.
Il rifugio, inagibile dopo il sisma, sorge a pochi metri dalla larghissima Sella delle Cià ule (2240 metri), dalla quale compare la parete del Pizzo del Diavolo.
Su un ripiano a pochi metri dal rifugio crescono le piccole stelle alpine dell’Appennino.
Il sentiero, sempre largo ed evidente, prosegue sulla destra della larghissima spianata sassosa della Sella.
Poi sale accanto a un valloncello sassoso, si affaccia a destra sulla cresta che collega la Cima di Pretare alla vetta, e raggiunge direttamente la cima del Monte Vettore (2476 metri, 0.45 ore), la più alta dei Sibillini.
Il panorama è interessante in tutte le direzioni. Verso nord e verso ovest compaiono la Valle del Lago, il Pizzo del Diavolo e le vette della catena settentrionale dei Sibillini.
Verso sud si vedono i Piani di Castelluccio, oltre la conca di Amatrice si alzano le vette della Laga e la catena del Gran Sasso, nella quale spicca il Corno Grande.
La discesa richiede 1.45 ore fino a Forca di Presta.