TOSCANA
A sud del massiccio delle Panie, le Alpi Apuane mostrano un volto speciale.
Mentre la quota delle vette si abbassa, superando di poco i mille metri, i versanti e i valloni che scendono a Stazzema, Fornovolasco e Cardoso rimangono aspri e selvaggi, rivestiti da fitta vegetazione.
Li sorvegliano delle formazioni rocciose dalle forme bizzarre, come il tozzo torrione del Procinto e la parete strapiombante del Monte Nona.
Merita un posto d’onore in questo elenco l’arco naturale del Monte Forato, che si apre sul crinale delle Apuane e si affaccia su due impressionanti valloni.
Gli escursionisti che salgono da Fornovolasco, per il sentiero del Fosso di Caraglione, in Garfagnana, se lo trovano davanti all’improvviso, al termine di una lunga salita.
Chi preferisce salire da Cardoso, sul versante della Versilia, vede in alto e davanti a sé la struttura per buona parte delle due ore di camminata.
Chi arriva sulle due vette gemelle del Monte Forato (rispettivamente 1233 e 1209 metri) percorrendo la facile ma aerea via ferrata che inizia dalla Foce di Petrosciana scopre all’improvviso di essere al di sopra dell’arco, mentre percorre l’istmo di roccia che collega le due vette della montagna.
ORIGINI E DIMENSIONI
Il foro, creato nei millenni dall’erosione dell’acqua e del vento sulla roccia calcarea della montagna, ha delle dimensioni impressionanti, difficili da capire per chi osserva la montagna dalla base.
L’altezza massima dell’arco è di 25 metri, la campata (larghezza) raggiunge i 32 metri.La roccia che forma l’arco ha uno spessore di circa 8 metri, mentre l’altezza è di circa 12 metri. Il sole che compare attraverso l’arco illumina all’improvviso, in alcuni momenti dell’anno, i borghi di Volegno e di Pruno, e può essere visto anche dalla costa del Tirreno. In Garfagnana, a oriente delle Apuane, si può assistere al fenomeno inverso, con il sole che compare attraverso l’arco al tramonto.
ALTRE ATTRAZIONI
Le meraviglie di pietra della zona non si limitano all’arco del Forato.
Nei pressi di Fornovolasco si apre la Grotta Grande del Vento, la più nota cavità turistica delle Apuane.
Nei pressi della mulattiera che sale verso l’arco c’è la Tana che Urla, una grotta esplorata dal naturalista Federico Vallisneri nei primi anni del Settecento, che offre un facile percorso a carattere speleologico.
L’ITINERARIO
QUOTA: da 480 a 1209 metri;
DISLIVELLO: 740 metri;
DIFFICOLTA’: E;
TEMPO: 4 ore;
SEGNALETICA: bianco-rossa 6,12 e 131
QUANDO ANDARE: da aprile a novembre

L’itinerario inizia da Fornovolasco (480 metri), che si raggiunge per una stretta e tortuosa strada da Gallicano.
Il percorso segnato inizia tra le case, sale tra una fitta vegetazione e incrocia (550 metri) la strada per la Grotta Grande del Vento.
Se si posteggia l’auto in questo punto l’itinerario diventa un po’ più breve.
Si riprende a salire per una strada sterrata (indicata dai segnavia bianco-rossi 6), che guadagna quota con qualche tornante e prosegue a mezza costa con un bel colpo d’occhio sul versante meridionale delle Panie.
Oltrepassata la Tana che Urla si raggiunge un bivio nei pressi di Petrosciana di Sotto. Si continua a salire per una stradina che s’inoltra nella valle del torrente Caraglione.
A un nuovo bivio (760 metri), poco prima delle case di Petrosciana di Sopra, si lascia la stradina e si continua a salire per un sentiero segnato nel vallone.
Il tracciato si alza nel bosco, lascia a sinistra il percorso del Garfagnana Trekking, e sbuca sulla Foce di Petrosciana (961 metri, 1.30 ore), dalla quale ci si affaccia sul torrione roccioso del Procinto e sulle vette che gli fanno corona.
VERSO LA VETTA…
Dal valico, la ferrata Salvadori, attrezzata dalla sezione di Lucca del CAI, affronta direttamente un ripido salto roccioso, poi continua con minore difficoltà fino alla vetta meridionale del Monte Forato, e prosegue oltrepassando l’arco.
Fino alla vetta settentrionale della montagna occorrono 1.15 ore.
Il percorso più comodo, che consigliamo ai lettori, inizia con una traversata (segnavia 131) in leggera discesa attraverso il versante orientale del Monte Forato.
Si lascia a sinistra la diramazione per una grotta e poi, subito prima dei ruderi della Casa al Monte (916 metri), si riprende a salire a sinistra (segnavia 12).
Un ripido percorso nel bosco, e poi su un terreno scoperto, porta ad affacciarsi sul grande arco del Monte Forato.
Dall’altra parte, più bassi, appaiono gli abitati di Pruno e Cardoso. Verso destra, un sentierino sulle ghiaie conduce alla vetta settentrionale del Monte Forato (1209 metri, 1.15 ore).
Si può proseguire fino alla cima più alta (1223 metri, 0.30 ore a/r) per il sentiero, elementare ma esposto, che passa sopra l’arco.
In discesa, tornati alla Casa al Monte, si continua a scendere a sinistra, sul sentiero (segnavia 12) che si abbassa nel bosco, tocca i ruderi della Casa Felice (846 metri) e prosegue fino alla strada di salita, che riporta a Fornovolasco (1.30 ore).