La Malva selvatica (Malva sylvestris L.) è una pianta perenne o raramente annuale, appartenente alla famiglia delle MALVACEAE, di aspetto erbaceo, più o meno pubescente, con fusti tenaci, molto ramificati, legnosi alla base.
Strisciante oppure eretta raggiunge generalmente i 60 cm di altezza.
Nel primo anno la giovane pianta produce una rosetta di foglie basali dal lungo picciolo, palmato-lobate, successivamente le foglie cauline sono provviste di picciolo, profondamente divise, alterne, con lamina folgiare pubescente, pentalobate, palminervie a margine crenato.
I fiori, inseriti all’ascella delle foglie, hanno 5 petali bilobati, di color rosa-violaceo con striature più scure, e numerosi stami con filamenti saldati.
I frutti sono poliacheni circolari.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
Eurasiatica in senso stretto, dall’Europa al Giappone. In Italia, la malva, è comune in tutto il territorio.
Vegeta da 0 a 1600 m s.l.m e predilige incolti, luoghi calpestati, ambienti ruderali, i margini delle strate, accumuli di detriti, terreni di riporto, campi e prati.

PARTI UTILIZZATE E PERIODO DI RACCOLTA
Le foglie giovani ed i fiori possono essere raccolti da maggio a settembre.
In cucina possono essere consumati crudi in insalata, ma conviene mescolarli con altre verdure per nascondere il gusto forte e non sempre gradito, o cotti nei risotti e nelle minestre.
Quest’erba può essere usata anche come ingrediente per la farcia di ravioli, nelle polpette e per cucinare gustose frittate.
Talvolta anche i petali e le capsule acerbe possono essere aggiunte all’insalata; i fiori possono essere fritti in pastella.
RICETTA DELLA NONNA: Omelette alla malva
Cuocere le giovani foglie con olio e burro, salare e aggiungere una spolverata di formaggio grana.
Preparare intento le omelette e farcirle con un cucchiaio colmo di malva cotta.
Disporre le omelette in una teglia con un filo d’olio, condirle con sugo di pomodoro e passarle in forno caldo per 5-6 minuti.
CURIOSTIA’
Cicerone nelle sue Epistulae ricorda un famoso pasticcio di malva di cui era talmente ghiotto da farne indigestione.
Essa era chiamata dai Romani Omni morbia: contro tutti i mali.
Nel secolo XVI il celebre Pier Andrea Mattioli esaltò nella sua opera le virtù antinfiammatorie ed emollineti della malva.