LE CASCATE DEL MAESANO

CALABRIA

Nell’angolo più meridionale della Penisola, in vista dell’Etna che torreggia al di là dello stretto, si alza una montagna speciale.
L’Aspromonte, uno dei massicci più suggestivi del Mezzogiorno, offre a chi lo visita alcune delle foreste, dei paesaggi rocciosi, dei sentieri più affascinanti dell’Appennino.
Tutt’altro che “impenetrabile” (le strade sono troppe, e non mancano altre profanazioni dell’ambiente), il massiccio più meridionale della Penisola ospita il lupo e l’aquila del Bonelli, il gatto selvatico e il capriolo, la coturnice e il capovaccaio.

PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE

Vanto del Parco nazionale dell’Aspromonte, istituito nel 1994 su una superficie di 76.178 ettari, sono però le foreste in cui predomina il pino laricio, essenza tipica delle montagne calabresi, al quale si affiancano l’abete bianco, il faggio, il cerro, il castagno e i pioppi tremoli giganti.
L’Aspromonte cambia volto intorno ai 1300 metri di quota, dove la foresta cede il passo alle rocce e agli aspri valloni che scendono verso lo Jonio.
In territorio di San Luca d’Aspromonte compaiono le “grandi pietre”, i torrioni di conglomerato di Pietra Cappa, Piera di Febo e Pietra Castello.
«Lassù, a seicento metri dalla cima, avevo l’impressione di essere entrato nei segreti di un potente, in una officina della natura», ha scritto Corrado Alvaro, grande scrittore del Novecento, originario di San Luca.
Anche se le cose hanno iniziato a cambiare, i sentieri dell’Aspromonte non sono sempre facili da seguire.

ESCURSIONISMO

Chi ama le escursioni organizzate può seguire il “trekking dell’inglese”, l’itinerario da Reggio a Gerace descritto nel 1847 da Edward Lear, che agenzie locali propongono con l’aiuto di asini per trasportare i bagagli e pernottamenti in case private e agriturismi.
Chi preferisce mettersi in marcia da solo può scegliere la zona intorno al Montalto, dove si distendono le più belle foreste del Parco.
L’itinerario che conduce alle cascate del Maesano, formate dalla fiumara Amendolea, s’inoltra in una zona particolarmente suggestiva ed è il più frequentato della parte centrale dell’area protetta.
Il percorso è elementare fino al belvedere, e diventa nettamente più scomodo nella discesa facoltativa verso il torrente.
Il guado all’inizio (necessario solo quando la portata del torrente è notevole) può essere scomodo ma non è pericoloso.

Cascate di Maesano
Cascate di Maesano

QUOTA: da 1150 a 1370 metri;
DISLIVELLO: da 150 a 220 metri;
TEMPO: da 1.30 a 2 ore;
DIFFICOLTA’: T, EE tratto finale e facoltativo verso la cascata;
SEGNALETICA: bianco-rossa;
QUANDO ANDARE: da maggio a ottobre.

ITINERARIO

Da Gambarie d’Aspromonte si segue la statale 183 verso Bagaladi e Mèlito di Porto Salvo, e dopo 2 chilometri si devia a sinistra in direzione del Montalto.
Dopo altri 4 chilometri si piega a destra in direzione della diga del Menta, che si raggiunge con un bel percorso tra magnifiche foreste.
Chi guida un camper o un altro mezzo ingombrante fa bene a posteggiare prima del cancello del cantiere (1370 metri, 13 chilometri da Gambarie).
In alternativa (e chiedendo il permesso) si può proseguire per la ripida ma comoda strada asfaltata che scende verso la valle dell’Amendolea e termina a uno slargo (1300 metri, 0,8 chilometri dal cancello, 0.15 ore se a piedi).
A piedi si segue il viottolo che conduce al torrente, qui largo e placido, e che occorre attraversare. In estate, quando la portata è al minimo, si può passare saltando sui sassi.
A primavera, quando la cascata offre lo spettacolo più suggestivo, occorre effettuare un guado scomodo ma non pericoloso.
Sull’altra riva si segue per poche decine di metri una strada sterrata in salita, poi si devia a destra per un viottolo che scende tra i pini accanto al corso del torrente.
I segnavia bianco-rossi sono poco visibili all’inizio ma diventano evidenti più avanti.

VERSO LE CASCATE…

Superati dei grossi massi si lascia la riva del torrente e ci si inoltra a mezza costa, con brevi saliscendi, in un bellissimo bosco.
Alla fine di questo tratto ci si affaccia su un vasto pendio sassoso che scende con dei larghi tornanti. Traversato un ultimo boschetto si sale al poggiolo roccioso (1150 metri, 0.45 ore) che offre il migliore colpo d’occhio sulle cascate del Maesano.
Per raggiungere la base dei salti occorre scendere obliquamente per tracce di sentiero al di là del poggiolo (il terreno è ripido ma privo di difficoltà), arrivare alla fiumara a valle delle cascate, traversarla e risalire accanto alla sponda fino a un laghetto alla base del salto inferiore (950 metri).
Tra andata e ritorno occorrono 0.45 ore.
Il ritorno dal poggiolo panoramico alla strada è per la via dell’andata (0.45 ore).