L’impressionante Altopiano, cuore delle Pale di San Martino, separa alcune delle vette più belle e più note della catena dai ripidi pendii che scendono verso la Valle di San Lucano e Garès, e offre uno dei paesaggi rocciosi più incredibili e solenni delle Dolomiti.
Il grande alpinista ed esploratore britannico Douglas Freshfield, che lo aveva traversato nel 1864, lo ha descritto come un «immenso deserto di pietra».
Un altro grande alpinista inglese, Leslie Stephen, lo ha definito qualche anno dopo «una bizzarra wilderness».
L’Altopiano, che in passato si raggiungeva con lunghe scarpinate da San Martino di Castrozza, dal Cant del Gal o da Garès, è diventato comodamente accessibile nel secondo dopoguerra grazie alla funivia che sale da San Martino alla Rosetta.
RIFUGIO PEDROTTI
Dall’arrivo dell’impianto, un viottolo conduce in meno di un quarto d’ora all’accogliente rifugio Pedrotti, della SAT, dal quale si possono compiere traversate e ascensioni di ogni difficoltà e lunghezza.
Il rifugio, costruito per la prima volta nel 1889, è stato distrutto in entrambe le guerre mondiali e ha preso la forma attuale nel 1952.
Posto-tappa sull’Alta Via numero Due delle Dolomiti, viene visitato ogni giorno da centinaia di gitanti.
E ANCORA…
E ritrova silenzio e fascino alla sera, quando la funivia riporta a valle i visitatori di giornata. Per chi vuole compiere una camminata facile, ma più lunga della semplice passeggiata verso il rifugio, le mete più piacevoli sono il lago della Fradusta, raggiunto da ciò che resta dell’omonimo ghiacciaio, e la dentellata cresta rocciosa della Fradusta, che si alza al margine meridionale dell’Altopiano.
La vetta, tra le poche del massiccio raggiungibili senza difficoltà, offre uno straordinario panorama verso la Pala di San Martino, il Sass Maòr, la Cima Canali e i profondi valloni del versante veneto delle Pale.

QUOTA: da 2550 a 2939 metri
DISLIVELLO: 800 metri
TEMPO: 5 ore
DIFFICOLTA‘: E
SEGNALETICA: bianco-rossa 707, 709, 708 e senza numero
QUANDO ANDARE: da luglio a settembre
IL PERCORSO
Da San Martino di Castrozza si sale in cabinovia al Col Verde, e si prosegue con la funivia della Rosetta.
In cima all’impianto (2630 metri), dove si trova un rifugio-ristorante, si prende un largo sentiero che scende per ghiaie e tavolati rocciosi al rifugio Pedrotti (2581 metri, 0.15 ore). Si riparte dal rifugio dirigendosi verso est sul sentiero che taglia l’Altopiano.
A un bivio (2550 metri) si lasciano a sinistra i segnavia per Garès, e si continua a destra verso il Passo e il rifugio Pradidali.
Dopo qualche saliscendi il sentiero risale una rampa affiancata da un canale spesso innevato, scavalca un crinale ed entra a saliscendi in una conca.
Tenendosi a destra anche al bivio successivo (il sentiero di sinistra va alla Forcella del Miel) si sale su terreno roccioso e si entra nel vallone che scende dal Passo Pradidali Alto. Oltre il vallone si aggira per roccette la Cima Tomè, e si raggiunge una spalla dalla quale ci si affaccia sul rifugio Pradidali e sul Sass Maòr.
LAGO DELLA FRADUSTA
Una discesa porta al Passo Pradidali Basso (2658 metri, 1 ora).
Lasciato a destra il sentiero per il rifugio Pradidali si sale a un cocuzzolo ghiaioso.
Nella successiva discesa il sentiero si sposta a sinistra per aggirare una conca un tempo occupata dal ghiacciaio della Fradusta.
Risalendo verso destra si raggiunge un bivio (2700 metri, cartelli), da cui un sentiero segnato si dirige verso il ghiacciaio.
Si scende a sinistra dei segnavia, si lascia sempre a sinistra una sella ghiaiosa, e si continua accanto a degli ometti di pietra fino al lago della Fradusta (2650 metri, 0.30 ore).
VETTA DELLA FRADUSTA
Il sentiero per la vetta della Fradusta corre sul crinale morenico a nord del lago.
Lo si raggiunge salendo senza via obbligata, poi lo si segue verso est a saliscendi.
Una rampa porta al crinale che scende dalla Fradusta, e che si segue per un sentiero indicato da ometti e segnavia.
Nella prima parte il crinale è larghissimo e si risale senza percorso obbligato.
Lasciati a sinistra i sentieri per la Val Canali e Col di Prà, si affronta un tratto più ripido e ci si avvicina a dei salti.
Verso destra, una rampa spesso innevata porta a una forcella e alla vetta (2939 metri, 1.15 ore), che offre uno straordinario panorama sulle Pale.
La discesa richiede 0.45 ore fino al lago e 1.30 ore da questo alla funivia.