ABRUZZO
La Majella, la “Montagna madre” d’Abruzzo, è incisa da spettacolari valloni rocciosi, che scendono dalle cime più alte (la massima è il Monte Amaro, 2793 metri), fino ad aprirsi sui colli a quote inferiori ai mille metri.
Percorrere integralmente questi solchi, dove è permesso dai regolamenti del Parco, è lungo e faticoso. Alcuni, e tra questi la Valle dell’Orfento, offrono anche degli itinerari più brevi, che si svolgono a quote molto basse.
La maggior parte dei valloni del massiccio scende sul versante orientale, verso le colline di Chieti e l’Adriatico.
Il Vallone dell’Orfento, invece, incide il versante occidentale della Majella, e scende dalla dorsale principale del massiccio fino a Caramanico Terme, il centro turistico più importante della zona.
DESCRIZIONE
L’Orfento, tutelato dal 1970 da una Riserva naturale dello Stato oggi inclusa nel Parco nazionale della Majella, è rivestito da fitte faggete, ed è dominato da una spettacolare bastionata calcarea, a sinistra della quale è possibile individuare l’eremo rupestre di San Giovanni all’Orfento.
La zona ospita gli animali più importanti dell’Appennino come il lupo, l’aquila reale e il cervo.
Sulle creste vivono centinaia di camosci, da qualche anno è tornato sulla Majella anche l’orso marsicano.
Nella parte alta del vallone scroscia a primavera la spettacolare cascata della Sfischia. La parte alta del vallone, a causa dei regolamenti del Parco, è chiusa da anni agli escursionisti, e forma una vera e propria wilderness, un’area selvaggia non frequentata dall’uomo.
Offrono spettacolari visioni sull’Orfento il sentiero che percorre la cresta che sale dal Blockhaus alla Tavola dei Briganti e al Monte Focalone, e quello che segue un altro magnifico crinale da San Nicolao di Caramanico al Monte Rapina e al Monte Pescofalcone.
I sentieri del basso Orfento, combinati in questo bellissimo anello, consentono di osservare paesaggi suggestivi, e di toccare i ruderi dell’eremo di Sant’Onofrio e il medievale Ponte San Cataldo.
Il percorso, grazie alla quota modesta, può essere seguito per buona parte dell’anno.

QUOTA: da 495 a 1000 metri;
DISLIVELLO: 540 metri;
TEMPO: 4.30 ore;
DIFFICOLTA’: E;
SEGNALETICA: bianco-rossa U1, paletti S;
QUANDO ANDARE: da maggio a novembre.
ITINERARIO
Dal centro di Caramanico Terme si sale al centro visitatori (631 metri), dove si posteggia il proprio mezzo ed è obbligatorio registrarsi.
Il percorso a piedi dal paese richiede pochi minuti. Tornati alla strada, la si segue in salita tra le ultime case del paese, fino a un bivio con cartelli da cui iniziano due sentieri segnati.
Lasciato quello che scende al Ponte di San Cataldo (lo si percorrerà al ritorno) si seguono le indicazioni per il Ponte del Vallone.
Superato un albergo ci si affaccia dall’alto sul Vallone dell’Orfento, si supera una ripida salita e si raggiunge un piccolo ponte in cemento (680 metri) sul Fosso Margano.
Si continua traversando delle rocce ed entrando a mezza costa nel vallone tramite un percorso comodo e spettacolare.
Superata una spaccatura, un tratto a mezza costa e dei tornanti portano al Ponte del Vallone (595 metri, 0.45 ore).
VERSO L’EREMO DI SANT’ONOFRIO
Lo si attraversa, e si va a destra sul fondovalle. Lasciato a sinistra (635 metri) un sentiero segnato che sale alle ben visibili case di Decontra, si continua quasi in piano sulla sinistra (destra orografica) del torrente fino al Ponte San Benedetto (659 metri), che non si attraversa.
Dopo aver superato un ruscello, si sale ripidamente nel bosco.
Lasciata a destra una diramazione che ridiscende al torrente, si continua su un terreno scomodo e roccioso, fino ad aggirare un crinale e a uscire su un prato inclinato, dove si scorgono le impressionanti pareti di calcare verticale e compatto che dominano la parte alta del vallone.
Sulla sinistra, ai piedi delle rocce, sono le rovine dell’eremo di Sant’Onofrio. Per raggiungerle (1000 metri, 1.30 ore) è necessario superarle, e poi tornare indietro per una deviazione segnata.
IL RITORNO
Si torna al Ponte del Vallone per la medesima via (1.15 ore). Lasciato a sinistra il sentiero dell’andata si continua sul fondovalle, dominato dai salti di roccia sopra ai quali vi sono le case di Decontra.
Il sentiero attraversa prati e boschi, supera una cengia stretta ma comoda facilitata da una corda di acciaio, poi risale a gradini fino al Ponte di San Cataldo (492 metri, 0.30 ore), che scavalca l’Orfento con un bell’arco di pietra.
Traversato con cautela il ponte (non ci sono spallette) si riprende a salire sul sentiero delle Scalelle, che risale verso il paese con un percorso in parte scavato nella roccia.
Superata la zona più ripida si costeggia il recinto dell’area faunistica della lontra e si torna al bivio dell’andata.
Una discesa sull’asfalto riporta al centro visitatori e a Caramanico Terme (0.30 ore).