CAMPANIA
La Reggia di Caserta, la “Versailles dei Borboni”, è uno dei monumenti più famosi della Campania e d’Italia.
Costruito tra il 1752 (la prima pietra fu posata il 20 gennaio da re Carlo) e il 1774 sotto la direzione di Luigi e poi di Carlo Vanvitelli, il palazzo domina la città di Caserta, che ha preso forma proprio intorno alla residenza del sovrano.
Vastissima e ricca di sorprese, ospita zone monumentali di grande fascino come gli Appartamenti Reali (Vecchio Nuovo, Murattiano e del Re) e il Teatrino di Corte, ma anche uffici e strutture che ben poco hanno a che fare con la Reggia e la sua storia come la Scuola Allievi Sottufficiali dell’Aeronautica Militare.
IL PARCO DELLA REGGIA E LE SUE “ACQUE”
Il vastissimo Parco della Reggia, che si allunga per tre chilometri dall’edificio in direzione delle colline che salgono verso Caserta Vecchia, e che si estende per centoventi ettari di superficie, non è solo uno spazio sistemato per le passeggiate, le cavalcate e i ricevimenti del sovrano.
Lo scintillante nastro d’acqua che scende dai 204 metri sul livello del mare della Grotta fino ai 68 della parte bassa del Parco e della costruzione è stato concepito da Luigi Vanvitelli come un ideale completamento monumentale della Reggia.
Sulla Peschiera Grande il sovrano poteva andare in barca, pescare e assistere a spettacoli di tema marinaro.
L’Acquedotto Carolino, costruito per rifornire i bacini e i giochi d’acqua del Parco e lungo oltre 40 chilometri, è stato inaugurato nel giugno del 1769, conduceva a Caserta le limpide acque delle sorgenti del Fizzo, del Bronzo, del Duca, di Molinise, di Matarano e del Carmignano, ed è a sua volta uno dei monumenti più sorprendenti della Campania.
Chi percorre la via Appia tra Caserta e Benevento si trova davanti all’improvviso, poco oltre Maddaloni, lo spettacolare Ponte della Valle, alto 56 metri e lungo 529, che scavalca la valle tra il Monte Longano e il Monte Calvi.
Oggi l’acquedotto settecentesco è interrotto, e un sistema di pompe fa circolare le acque del Parco evitando sprechi d’acqua.
Mentre la visita degli Appartamenti della Reggia è a pagamento, l’accesso al Parco è gratuito.
Nelle domeniche e negli altri giorni festivi di primavera i giardini vengono presi letteralmente d’assalto.
Se ci si allontana dagli ingressi, però, si possono sempre trovare delle zone tranquille.

QUOTA: da 64 a 204 metri;
DISLIVELLO: 140 metri;
TEMPO: 2.15 ore;
DIFFICOLTA’: T;
SEGNALETICA: nessuna;
QUANDO ANDARE: tutto l’anno.
ITINERARIO
L’ingresso della Reggia di Caserta (64 metri) si affaccia su un vasto e scenografico piazzale, sotto al quale si trova un posteggio coperto.
La stazione ferroviaria è proprio di fronte. Per entrare nel Parco occorre attraversare l’atrio e i cortili del complesso.
Gli Appartamenti Reali e il Teatrino di Corte possono essere visitati prima o dopo la passeggiata. Si inizia la camminata avviandosi verso la grande rotonda della Fontana Margherita.
Prima di raggiungerla si devia a sinistra in direzione della Castelluccia, da cui si va a destra fino alla Peschiera Grande disegnata da Luigi Vanvitelli e che misura 270 metri per 106.
Si torna verso il cuore del Parco alla Fontana Margherita (71 metri), si piega a sinistra traversando il Ponte di Ercole e si raggiunge l’inizio della Peschiera Superiore, lunga 475 metri.
La si costeggia in leggera salita, toccando la cascata dei Delfini o Canalone (del 1779), si continua accanto a un grande prato e si raggiunge la Fontana di Eolo (88 metri), circondata da 29 statue in parte ispirate alle Metamorfosi di Ovidio.
Qui l’acqua che arriva dall’alto scompare, per ricomparire più a valle nella cascata dei Delfini.
LA GRANDE CASCATA E LA GROTTA
In questo punto la pendenza del Parco aumenta nettamente. Si continua a salire toccando la Fontana di Cerere o Zampilliera, del 1783. Un’altra vasca e una serie di dodici spettacolari rapide portano alla Fontana di Venere e Adone, ornata da un gruppo scultoreo del napoletano Gaetano Salomone.
Un’ennesima scalinata porta alla base della Grande Cascata, che scende per centotrenta metri di dislivello e offre uno degli spettacoli più suggestivi del Parco.
Accanto alle acque vi sono delle spalliere boscose, nel bacino alla base le statue di Diana e le ninfe e di Atteone trasformato in cervo e assalito dai suoi cani, entrambe del sorrentino Paolo Persico.
La scalinata finale conduce alla Grotta (204 metri, 1.15 ore) dalla quale scaturisce per la prima volta l’acqua. In discesa conviene senz’altro tenersi sulla sinistra per inoltrarsi nel giardino all’inglese, la parte più curata e piacevole del complesso dal punto di vista botanico.
Dopo aver costeggiato il Laghetto dei Cigni si torna alla Fontana di Eolo, da cui si scende alla cascata dei Delfini, alla Fontana Margherita e all’ingresso (1 ora).