La fava (Vicia Faba), della famiglia delle Leguminose, è senza dubbio il legume più coltivato al Centro e al Sud del nostro Paese. Ha un sapore che non piace a tutti. E’ dolce, ma con un fondo amarognolo che soddisfa i palati più preparati.
Si gusta a fine primavera cruda con del buon pecorino e un bicchiere di vino: ottimo spuntino semplice e saporito. Si usa anche quella secca, fatta rinvenire nell’acqua e cotta. Attenzione però: la fava essiccata ha un contrasto calorico dieci volte superiore rispetto a quella fresca.

CARATTERISTICHE BOTANICHE
L’apparato vegetativo è spesso volubile o strisciante e le foglie sono quasi sempre alterne, provviste di viticci o cirri. I fiori sono spesso raccolti in infiorescenze a grappolo e sono caratterizzati da una particolare morfologia.
VARIETA’
Le varietà di fava più note sono la migliorata delle Cascine, molto precoce e con baccelli lunghissimi, la aguadulce, precoce e molto produttiva e la fava comune o baggiana, con il baccello corto e largo e semi schiacciati e molto grandi.
ESIGENZE CLIMATICHE E AMBIENTALI
Ama climi temperati tendenti al caldo. Teme il gelo che la fa morire se scende a -5°C. Le fave preferiscono un terreno di medio impasto, compatto e argilloso, ma si adattano a qualsiasi tipo di terreno purché ben drenato e non troppo sabbioso.
TECNICA COLTURALE
- Avvicendamento. E’ ottima per cominciare una nuova rotazione perché arricchisce il terreno.
- Consociazione. Appena piantata gradisce la compagnia di lattuga e patata.
- Semina. Nelle zone fredde seminate tra gennaio e marzo, al Sud in autunno. I semi vanno interrati a circa 5-10 cm di profondità a una distanza di 15-25 cm sulla fila e di 60-70 cm tra le file.
- Concimazione. La fava non necessita di una concimazione specifica grazie ai batteri presenti nei suoi tuberi radicali (azoto-fissatori). Richiede però una cera quantità di potassio per cui è bene che spargiate sul terreno destinato a fave della cenere di legna. Vangate in profondità, interrando ceneri e compost.
- Irrigazione. Irrigato solo se l’andamento climatico è molto siccitoso.
- Cure. La fava ha bisogno solo di sarchiature per il controllo delle erbacce. Dopo la fioritura, in maggio per accelerare la maturazione potrete effettuare una cimatura.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Raccogliete a scalare, a mano a mano che i baccelli saranno grossi abbastanza. A seconda della varietà, potete fare seccare le fave o metterle in freezer dopo una veloce sbollentatura in acqua salata.
USO IN CUCINA
Cruda con il formaggio, cotta con cipolle e carciofi oppure con le patate. In minestre, risotti o come contorno. Con quella essiccata si fanno ottime polpettine fritte.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE
Le fave sono ricche di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali, importanti per la loro azione di drenaggio dell’apparato urinario. Sono anche sedative e diuretiche.
Tra i legumi risultano essere le meno caloriche, ma attenzione: se per 100g di fave fresche l’apporto energetico è di sole 37 calorie, per lo stesso peso di fave secche l’apporto sale a 342 calorie.
Le fave secche, oltre alla soia, sono i legumi che forniscono il maggior numero di proteine.

CURIOSITA’
I Romani le mangiavano secondo le ricette di Apicio che le voleva assieme a uova, miele e pepe, prima di mescolarle a erbe e salse.
Nell’antica Roma, durante le feste dedicate alla dea Flora, protettrice della natura che germoglia, i Romani le gettavano infatti sulla folla in segno di buon augurio.
Però, finita la festa, la fava ritornava a essere considerata un legume impuro: non si poteva neanche nominare.
Questo accadeva perché era consuetudine usare le fave nei riti religiosi come cibo per i defunti, così come facevano i Greci.
Pitagora riteneva che dentro i semi si celassero le anime dei defunti.
La coltivazione della fava in Italia è tipica delle regioni del Centro e del Sud.
Una classica merenda primaverile di quelle zone la vede accompagnata da pecorino e pane nero.
La fava è coltivata anche in Sardegna dove viene usata per numerosi piatti tipici tra i quali la faddada, un minestrone di fave, cavoli e finocchietto selvatico.
Ad Aquino, in Ciociaria, il 2 di novembre si svolge addirittura una manifestazione dedicata alle fave, chiamata “Le fave dei Pelagalli”: si tratta della commemorazione di un atto di generosità della nobile famiglia dei Pelagalli che in quel giorno, secoli fa, donò ai poveri del paese grandi quantità di questo legume.