LOMBARDIA
Le cime che dominano Lecco e il suo ramo del lago offrono panorami spettacolari nonostante la bassa altitudine.
Sulle pareti rocciose, soprattutto su quelle delle Grigne, generazioni di scalatori locali hanno affinato le loro capacità prima di affrontare le più grandi pareti di dolomia o granito delle Alpi.
Già esistenti alla fine del XIX secolo, i sentieri, le cime e i rifugi hanno sempre attirato molti scalatori.
Il massiccio delle Grigne è il più famoso, si erge a nord di Lecco e culmina nella Grigna settentrionale (Grignone) a 2410 m di altitudine.
La vetta più spettacolare, tuttavia, è la Grigna (Grignetta) a sud, circondata su entrambi i lati da decine di torrioni calcarei dalle forme eleganti e bizzarre.
IL RESEGONE
Affacciato a est sulla città di Lecco e sul lago, il Resegone non raggiunge i 2.000 metri (la cima più alta è di 1.875 metri) e può sembrare ad alcuni il “fratello minore” del massiccio vicino.
Il bosco sale a poca distanza dalla cresta e le pareti di roccia solida sono rare, ma il massiccio merita comunque un’escursione.
Gli escursionisti e gli alpinisti lecchesi, ma anche i loro amici e partner di Monza e di altre città lombarde, hanno creato tra queste montagne sentieri attrezzati, ferrate impegnative e rifugi accoglienti.
Uno di questi sentieri, dedicato a Luigi Azzoni, appartiene alla Società Escursionisti Lecchesi e si trova a pochi metri dalla vetta del Resegone di Lecco, la cima più alta del massiccio.
Raggiungibile con la funivia dei Piani d’Erna, l’anello risale il ripido e roccioso versante occidentale verso sud fino al rifugio Azzoni e alla cima.
La discesa avviene attraverso una fitta faggeta, prati e modesti terreni rocciosi sul versante orientale e settentrionale.
Dopo un piacevole anello, si ritorna a Piani d’erna.

IL PERCORSO
QUOTA: da 1291 a 1875 metri
DISLIVELLO: 700 metri
TEMPO: 4.15 ore
DIFFICOLTA: E
SEGNALETICA: bianco-rossa 2, 1, 17 e 7
QUANDO ANDARE: da maggio a fine ottobre
Da Lecco si segue la strada per Malnago e Versasio fino alla stazione inferiore della funivia dei Piani d’Erna, che porta in vetta.
Dal punto di arrivo della funivia (quota 1330 m), si segue la strada asfaltata fino a Bocca d’Erna (quota 1291 m) e alla funivia dismessa, quindi si imbocca il sentiero a destra (segnavia bianco-rosso 5) nel bosco di latifoglie e ci si immette nel sentiero più ampio (segnavia 1).
Si continua a salire su terreno roccioso, lasciando a sinistra la ferrata Gamma 2, la più difficile del massiccio, e attraversando il roccioso e profondo Canale di Val Comera.
Usciti dal canale si sale gradualmente con visibilità crescente, si raggiunge un bivio dove il sentiero attrezzato del Buco della Carlotta e la Ferrata del Centenario che sale dal Passo del Fo si uniscono al percorso principale.
Si continua salendo sul versante di Erve, su un terreno roccioso ma elementare, attrezzato con qualche corrimano metallico, in vista del rifugio Azzoni, che si raggiunge su un terreno ripido e roccioso.
VERSO LA CIMA…
Dal rifugio (1860 m s.l.m.) una scalinata conduce a Punta Cermenati (1875 m s.l.m., 2 ore), il punto più alto del massiccio, dove si trova una grande croce.
Nelle giornate limpide la vista panoramica si estende al Monviso, al Monte Disgrazia, agli Appennini e persino alla Brianza e alla città di Milano.
Tornare al rifugio e seguire il sentiero (segnavia 17) che scende sul versante orientale verso Morterone.
Il sentiero, ghiaioso e scomodo, scende tra i prati e a un bivio svolta a sinistra (segnavia 7) verso il Passo del Giuff.
La discesa prosegue con un tornante, poi a sinistra (verso nord) nella faggeta, quindi alla sorgente Forbesette e al Passo del Giuff (1531 m, 1,30 h).
Un’altra discesa trasversale sul versante nord-occidentale del massiccio conduce all’area sciistica abbandonata di Bocca d’Erna e all’arrivo della funivia (0,45 h).