LAZIO
Tra gli aspri paesaggi calcarei dell’Appennino centrale, quella dell’acqua è una presenza rara.
Una delle eccezioni più suggestive a questa regola è il lago della Duchessa, uno specchio d’acqua a 1788 metri di quota, che si raggiunge per un ripido e frequentato sentiero da Cartore, a un’ora di autostrada da Roma.
Il lago occupa il centro di una vasta conca di pascoli sorvegliata dalle pareti verticali del Muro Lungo e dai pendii erbosi del Costone e del Morrone.
FAUNA
Accanto alle sue acque pascolano cavalli allevati allo stato brado. In cielo, oltre all’aquila reale e al gracchio corallino, si affaccia l’avvoltoio grifone, che nidifica sul vicinissimo massiccio abruzzese del Velino.
La Riserva regionale Montagne della Duchessa, insieme alle altre aree protette della zona, ha riportato sul massiccio anche il corvo imperiale e il cervo, i cui bramiti echeggiano a ottobre tra boschi e rocce. Qualche orso, ogni tanto, si spinge nei solitari valloni intorno al lago. Anche la coturnice è in ripresa.
La fauna, oltre alle specie già citate, comprende il lupo, l’istrice, il gatto selvatico, e l’arvicola delle nevi.
UN PO’ DI STORIA…
Nel dopoguerra i Monti della Duchessa sono stati presi di mira per la costruzione di una stazione sciistica, che non ha mai visto la luce.
Nel 1978 il lago è diventato famoso quando le Brigate Rosse per depistare le indagini sul rapimento di Aldo Moro, annunciarono di aver gettato il corpo dello statista nelle sue acque.
La salita verso il lago si svolge in gran parte nella faggeta, e comprende il superamento di una scarpata di rocce e ghiaie, elementare con la montagna asciutta ma che richiede attenzione in presenza di neve o ghiaccio.
FLORA
La stradina che conduce a Cartore attraversa dei suggestivi querceti, ad alta quota il massiccio ospita fiori rari come la silene acaule, la sassifraga marginata e la poa alpina.
Si può proseguire la gita in direzione del Muro Lungo, un magnifico belvedere, o della vetta settentrionale del Morrone o Cima zis.
L’accesso alla Val di Teve è vietato da gennaio a giugno.
In questo periodo si può tornare indietro dal lago o salire fino al valico del Malo Passo, per affacciarsi sulle creste e i canaloni del Velino.

QUOTA: da 944 a 1910 metri;
DISLIVELLO: 960 metri;
TEMPO: 3 ore in salita – 2 ore in discesa;
DIFFICOLTA’: E;
SEGNALETICA: bianco-rossa, 2B, 1A, 2H e 2;
QUANDO ANDARE: da giugno ai primi di ottobre.
L ‘ITINERARIO
Dal casello di Valle del Salto della A24 Roma-L’Aquila-Teramo si segue la strada per Avezzano, poi si devia a sinistra per una stradina, recentemente asfaltata e indicata da cartelli, che passa sotto all’autostrada.
Superati dei casali si raggiunge il borgo restaurato di Cartore (944 metri, 4 chilometri dalla statale), oltre il quale vi è una torre medievale.
A piedi, da un fontanile e da un tabellone della Riserva naturale, si seguono i segnavia 2B che si alzano per una carrareccia, e poi deviano a destra sul sentiero della Val Fua, che si risale tra un bosco fitto e grandi massi.
Dove il vallone diventa ripido e roccioso il sentiero si alza a tornanti sulla sinistra, superando dei passaggi in cui il tracciato è stato scavato nella roccia.
Una cengia artificiale attrezzata con una catena (1450 metri) porta alla faggeta della Valle del Cieco. Il sentiero, dopo un altro tratto ripido, diventa meno faticoso.
ASCESA AL LAGO DELLA DUCHESSA
Dopo essere usciti dal bosco, si raggiungono i rifugi delle Caparnie (1700 metri), uno dei quali è stato ristrutturato dal cai di Avezzano. Si prosegue sui pascoli delle Caparnie, si scavalca una sella e si scende al lago della Duchessa (1788 metri, 2.15 ore), dominato a nord dai pendii del Monte Morrone e a sud dalle pareti di roccia del Muro Lungo.
Si aggira a sinistra il bacino, si lascia a sinistra un sentiero per il Vado dell’Asina, poi si continua (segnavia 1A) sui dossi delle Solagne del Lago, frequentati dal bestiame al pascolo.
Lasciato a sinistra anche un sentiero per il rifugio Sebastiani, si raggiunge il valico del Malo Passo (1910 metri, 0.45 ore), dove compare il Velino.
Si scende per prati (segnavia 2H), ci si affaccia sull’alta Val di Teve, e si scende per un sentiero e poi per una rampa ripida e rocciosa (il “Malo Passo”), che offre un magnifico panorama.
Dopo qualche centinaio di metri il tracciato diventa più comodo, e conduce alla carrareccia di fondovalle presso gli stazzi di Capo di Teve (1618 metri, 0.30 ore).
PERCORSO DI RITORNO
Si riparte in discesa sulla carrareccia (segnavia 2), che offre dei suggestivi scorci verso la parete del Muro Lungo, e attraversa dei pianori erbosi circondati dalla faggeta.
Dove la valle si stringe, il tracciato si avvicina alle rocce, poi scende con delle ripide rampe ai piedi della parte più alta e compatta della parete.
Traversata la parte bassa della valle si arriva a Bocca di Teve (987 metri, 1.15 ore). Continuando verso destra su una carrareccia si torna in breve al punto di partenza (0.15 ore).