Il biodiesel è un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili quali oli vegetali e grassi animali.
Non è comunque un olio vegetale puro e semplice, ma il risultato di un processo chimico di transesterificazione dell’olio stesso con alcoli quali il metanolo o l’etanolo.
COME SI OTTIENE IL BIODIESEL
Il biodiesel è un biocombustibile liquido, trasparente e di colore ambrato, ottenuto interamente da olio vegetale (colza, girasole o altri), con una viscosità simile a quella del
gasolio per autotrazione raggiunta per distillazione frazionata del petrolio grezzo.
BIOMASSE UTILIZZABILI
• Oli vegetali vergini:
– olio di colza o di soia (principalmente);
– olio di senape e di palma;
• Olio vegetale di scarto;
• Grassi animali;
• Oli derivanti dalla coltivazione di alcune specie di alghe e della jatropha, pianta diffusa in aree tropicali e subtropicali e coltivata in Asia ed in Africa.
UTILIZZO DEL BIODIESEL
Il biodiesel è un ottimo combustibile per motori diesel. Può essere usato puro o miscelato, in diverse proporzioni, con gasolio. Ha maggiore potere solvente rispetto al gasolio per cui, su autoveicoli non di ultima generazione, si possono verificare degradazioni nei tubi e nei giunti in gomma. L’adozione di gomme più resistenti nei veicoli recenti dovrebbe aver risolto questo inconveniente. Il maggior potere solvente del biodiesel aiuta a mantenere
pulito il motore e se usato come additivo al gasolio ne migliora il potere lubrificante.

IMPATTO AMBIENTALE
Dal punto di vista ambientale, il biodiesel presenta alcune differenze rispetto al gasolio.
E’ meno inquinante: contiene solo tracce di zolfo ed è facilmente degradabile.
In particolare:
• riduzione del 20% nelle emissioni di CO2 (anidride carbonica)
• riduzione del 90% nelle emissioni di CO (monossido di carbonio)
• riduzione del 65% nelle emissioni di HC ( idrocarburi)
• riduzione del 50% nelle emissioni di particolato.
LA TECNICA
Il biodiesel si ottiene da reazioni chimiche di transesterificazione fra alcol e olio vegetale.
L’intero processo avviene all’interno di un solo serbatoio e termina dopo sei/otto ore, a seconda della qualità della materia prima utilizzata.
Il comando dell’impianto è automatizzato. Un computer industriale controlla il processo, anche a distanza, mediante un sistema di trasmissione dati.
LIMITI
Lo sfruttamento delle biomasse, il cui unico problema a livello tecnico sarebbe il moderato
potere calorifico (circa la metà del carbone), è in realtà limitato da alcuni sostanziali fattori strettamente legati alla loro natura:
Disponibilità : Le biomasse non sono costantemente disponibili durante l’anno. Per questo
motivo impianti di media e grande potenza alimentati a biomasse richiedono vaste zone per lo stoccaggio della materia prima, che di fatto risulta disponibile una sola volta l’anno.
Sottrazione di terreni per produzioni alimentari: La coltivazione di colture estensive,
da destinare alle produzioni energetiche, richiedono grandi superfici di terreno che vengono così sottratte alla produzione di generi alimentari, con gravi ripercussioni mondiali sulle quantità e sui prezzi degli stessi.
Bilancio energetico: Le biomasse vengono prodotte, lavorate, raffinate e infine spesso
trasportate a distanze notevoli, rispetto al luogo di origine, con mezzi alimentati a
combustibili fossili. Il reale bilancio energetico finale può risultare perciò non sempre
favorevole.
Convenienza economica: Produrre energia da biomassa, all’attuale prezzo di mercato,
risulta economicamente svantaggioso in quanto le rese non consentono minimamente di
compensarne i costi di produzione. L’energia così prodotta si sostiene economicamente
unicamente in funzione di contributi pubblici che ne incentivano la produzione.