Se volete comprendere quanto piccolo è l’uomo e vecchia e sapiente la foresta, visitate il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.
Potreste attraversarne l’intera superficie restando all’ombra di fitte selve: dall’Alpe di San Bendetto e dal monte Falterona fino a La Verna, passando per Campigna, Sasso Fratino e Camaldoli.
Questi boschi secolari – fra i più antichi d’Europa – narrano di santi, eremiti, poeti e le radici di ogni storia sono custodite da verdi patriarchi.
Primi fra tutti gli abeti bianchi a cui il monaco ravennate Romualdo, giunto a Camaldoli più di mille anni fà per riformare l’ordine benedettino, riservò amorevoli cure.
Oltre mezzo secolo dopo la sua scomparsa, il beato Rodolfo, epigono fedele, scrisse la regola che scandiva la vita della comunità , includendo norme per la custodia della natura circostante: “Se saranno gli Eremiti studiosi veramente della solitudine, bisognerà che abbiano grandissima cura, et diligenza, che i boschi, i quali sono intorno all’Eremo, non siano scemati, né diminuiti in niun modo, ma più tosto allargati, et cresciuti…”.
In seguito fu aggiunto l’obbligo di ripiantare ogni anno “quattro o cinquemila” piante e destinare il ricavato del legname venduto al miglioramento del bosco.
FORESTE MILLENARIE
Il Parco si sviluppa lungo il crinale dell’Appennino tosco-romagnolo, su un territorio prevalentemente montuoso che va da 500 a 1658 metri.
Il versante romagnolo si presenta aspro, al contrario quello toscano è più dolce.
Il principale gruppo montuoso è il monte Falterona; dalle sue pendici sgorga la sorgente che da vita all’Arno.
Le Foreste demaniali Casentinesi sono il cuore dell’area protetta e dagli 800 metri fino al crinale la ricoprono quasi ininterrottamente.
E’ bene però sapere che nell’Ottocento la folta copertua era stata assottigliata dai tagli praticati dalla popolazione locale per soddisfare le esigenze più elementari.
Mosso dal desiderio di risanarla, Leopoldo II chiamò il boemo Karl Simon, intendente generale dei boschi che il granduca possedeva in quelle terre.
In vent’anni furono messi a dimora milioni di alberi.
Alcuni nuclei della foresta sono di notevole valore per l’elevata integrità .
Sebbene sia un’area chiusa ai visitatori (vi si accede solo con permessi speciali e a fini di studio) è impossibile non spendere due parole sulla Riserva naturale integrale di Sasso Fratino, 764 ettari di wilderness sottoposti a protezione totale, a cui si appoggia la confinante Riserva integrale della Pietra con un altro centinaio di ettari.
L’unica legge che vige all’interno di queste foreste è quella della natura: faggi, abeti bianchi e aceri montani sono lasciati a sé stessi, liberi di schiantarsi al suolo e di decomporsi.
Chiunque può invece percorrere i Sentieri Natura che si sondano tra le riserve biogenetiche di Badia Prataglia, altra meravigliosa foresta che si trova proprio nel cuore del Parco nazionale, e di Campigna, con i suoi boschi di abete bianco.
Misticismo e spiritualità si respirano, invece, nella foresta in cui è immerso il convento della Verna, conservata nella sua ricca varietà da quasi otto secoli di gestione francescana.


ESCURSIONI VARIE
- NELLA FORESTA DI CAMPIGNA
Tempo: 2.30 ore;
Dislivello: 200 m;
Partenza: Campigna. - LA CASCATA DELL’ACQUACHETA
Tempo: 3 ore;
Dislivello: 235 m;
Partenza: San Benedetto in Alpe. - IN MOUNTAIN BIKE NELLA VALLE DI PIETRAPAZZA
Tempo: 4 ore;
Dislivello: 800 m;
Partenza: Poggio alla Lastra. - IL CASTAGNO D’ANDREA – LA BURRAIA
Tempo: 6 ore;
Dislivello: 625 m;
Partenza: Il Castagno d’Andrea. - PASSO LA CALLA – POGGIO SCALI
Tempo: 4 ore;
Dislivello: 250 m;
Partenza: Passo La Calla.
PRODOTTI DEL TERRITORIO
La particolare posizione a cavallo di zone come il Casentino, il Mugello e la Romagna fa sì che si sia sviluppata in queste contrade una ricca tradizione agricola e culinaria.
Il Marrone del Mugello IGP, la pesca Regina di Londa, miele, distillati ed erbe officinali sono i prodotti del mondo vegetale.
Salsicce (come la romagnola salsiccia “matta” o ciavà r), insaccati (come il sambudello casentinese e la gota) e formaggi (come le ricotte o il Raviggiolo) quelli derivati dall’allevamento allo stato semibrado di antiche razze come la Cinta senese, la Mora romagnola o la Chianina.
VALBONELLA, GIARDINO BOTANICO
Sulla strada del passo della Braccina, che da Corniolo porta a Fiumicello, si trova il Giardino botanico di Valbonella, un vero e proprio museo all’aria aperta che si estende su due ettari di superficie completamente dedicati a riprodurre gli ambienti vegetali dell’Appennino romagnolo.
Il giardino, che comprende oltre 400 specie distribuite in dodici diversi ambienti, è organizzato in tre percorsi tematici: il bosco; gli ambienti umidi e il torrente; gli ambienti aperti e di transizione, come rupi, praterie, arbusteti.
E’ stata ricreata anche un’area dedicata alle piante officinali e medicamentose e un piccolo giardino dove le farfalle possono svolgere la loro funzione di impollinatori.