Città turrita e dorata, Feltre si arrocca sul colle che emerge dall’ampia vallata. Sullo sfondo il profilo azzurro delle Alpi Feltrine, porta d’accesso al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi patrimonio dell’umanità UNESCO.
Situata ad occidente del fiume Piave la città discende gentilmente lungo le pendici del Colle delle Capre cinta dai massicci contrafforti delle mura rinascimentali.
Feltre è la seconda città della provincia di Belluno nella regione del Veneto. Feltre rappresenta la prima presenza di Venezia per chi proviene da nord e la prima presenza delle dolomiti per chi proviene da sud. Un dato geografico fondamentale per comprendere le motivazioni connesse alla nascita dell’insediamento originario e le successive fortune di questo importante polo amministrativo, politico e commerciale. E’ una delle città murate più belle del Veneto sicuramente una delle città murate più belle e importanti in Italia.

CENTRO STORICO
L’intero centro storico è un museo a cielo aperto. Sono presenti sia i musei propriamente intesi che sono quattro. La stessa città è da sola un intero museo.
Oggi Feltre rappresenta una meta privilegiata all’interno della ricca offerta culturale della regione Veneto.
Fondamentale via di transito di merci ed eserciti, Feltre congiunse per secoli il mondo romano a quello germanico dalla Pianura Padana attraverso le Alpi e il Danubio sino alla Baviera. Feltre rappresentava un importante punto di sosta e snodo lungo questa direttrice europea. La sua fioritura continuò per tutti i secoli della romanità come testimoniato dalle rilevanti attestazioni archeologiche ed epigrafiche che la riguardano. Proprio al di sotto del sagrato del duomo la Feltre romana svela i suoi tesori.
L’area archeologica è importante perché è l’area ipogea più grande del Veneto. Ci sono testimonianze che spaziano dall’età pre-romana a quella diciamo alto-medievale ma soprattutto nel contesto dell’area archeologica è stata ritrovata una statua romana alta due metri rappresentante la divinità di Esculapio che è la più grande rappresentazione di Esculapio di tutta l’Italia centro settentrionale. Esculapio, divinità taumaturgica, oracolo e protettore delle discipline mediche, era la figura protagonista all’interno delle geometrie armoniche della città antica. Tante le informazioni che è possibile desumere da questi resti recuperati in una manciata di anni di indagini nel corso delle quali fu rinvenuta la maestosa statua di Esculapio attualmente esposta all’interno del bell‘Oratorio dell’Annunziata. Saccheggiata dai Visigoti, dagli Alani, dagli Unni di Attila, occupata da Odoacre e assoggettata al dominio degli Ostrogoti di Teodorico e dei Longobardi di Alboino, la città romana si proietta nel medioevo arroccandosi. Coinvolta nelle faide tra Guelfi e Ghibellini, Feltre conobbe le efferatezze di Ezzelino da Romano passando di mano in mano fino al 15 giugno 1404 quando i feltrini sottoscrissero il Patto di Dedizione alla Serenissima.

L’ultima grande distruzione giunse nel luglio del 1510, proprio il legame con San Marco trascinò Feltre nello scontro con la Lega di Cambrai.
La città che oggi vediamo è una città cinquecentesca quindi un rinascimento dolomitico nel senso che la città che appunto faceva parte della Serenissima è stata completamente distrutta da un incendio nel 1510 durante la guerra della Lega di Cambrai dove la Francia, la Spagna, l’Impero, il Papato e tutto il mondo era contro Venezia. Massimiliano Primo d’Asburgo scende da nord e mette a ferro e fuoco la città che viene appunto completamente ricostruita. Equilibrio e bellezza formale, il rinascimento dolomitico di matrice veneziana ci regala ancora oggi una città integra da vivere nella sua totalità .
URBS PICTA
La bellezza di Feltre si fonde con la vitalità dei suoi abitanti nella cornice dell’ Urbs Picta, la città dipinta. Passeggiando per queste antiche vie si giunge al museo Diocesano di arte sacra, già antico vescovato di Feltre che assieme al museo civico conserva importanti opere d’arte uniche al mondo. Il museo ospita opere d’arte sacra che provengono da tutto il territorio della provincia di Belluno e in particolare delle due antiche Diocesi di Belluno e di Feltre. L’allestimento è strutturato per nuclei tematici. Percorrendo le sale del museo sarà possibile passare da reperti lapidei alto medievali fino alle opere di arte
contemporanea. Si può decidere di attraversare le sale anche solamente apprezzando il palazzo e il restauro che è stato fatto, che ha recuperato ogni elemento stratificato nel corso dei secoli.
Una delle opere che forse è il simbolo del museo è il Calice del Diacono Orso che è un manufatto in argento del VI secolo uno dei calici più antichi della cristianità occidentale. Nella sala dei tesori abbiamo una Madonna in Alabastro del 1425 attribuita alla cerchia del maestro dell’Altare di Rimini, un’altarino portatile del XII secolo e uno straordinario reliquiario di Antonio di Salvi della fine del quattrocento.
Per quanto riguarda le opere pittoriche si va dalle Tavole Picte del quindicesimo secolo passando per opere cinquecentesche e opere del sei e del settecento. Un’altra caratteristica di questo museo è la scultura lignea che trova il vertice nel plasticismo barocco, di Andrea Mucciolo.

Continuando a salire lungo le vie dell’antica cittadella si raggiunge la sommità del Colle delle Capre. Il castello rappresenta l’emblema della città . L’antica rocca con funzione difensiva era munita di quattro torri angolari una sola delle quali, chiamata dai feltrini “El Campanon“, è conservata. L’attuale torre dell’orologio costituiva l’antico ingresso e oggi è oggetto di un interessante recupero che trasforma questo antico edificio, grazie all’ausilio dei mezzi multimediali, in un inedito osservatorio privilegiato, una finestra del tempo.
Ecco dunque emergere dalla distruzione imperiale i grandi luoghi del potere. Il palladiano Palazzo della Ragione con la sua splendida loggia porticata, il Palazzo Pretorio con la bella sala degli stemmi e tutti gli arredi urbani. Ai piedi della cinquecentesca Chiesa di San Rocco si dispiegano le fontane lombardesche, isolato sulla sommità di una bianca colonna da secoli sorride il leone di San Marco.
Varcata la soglia del Palazzo della Ragione si entra nel teatro del La Sena. Dal 1621 fu allestita qui una scena per recitare commedie in carnevale e dal 1684 la sala fu destinata ufficialmente a pubblico teatro. Il teatro de La Sena è sicuramente un fiore all’occhiello della città di Feltre perché è in qualche modo identico alla fenice solo che in miniatura, tant’è che è anche detto appunto piccola fenice. Un palcoscenico che ha ospitato debutti importanti, ad esempio nel 1729 un giovane Carlo Goldoni portò in scena il buon padre e la cantatrice, delizie barocche ultimo afflato della grandezza veneziana che risplendono analogamente all’interno delle belle sale di Palazzo Cumano che oggi ospita la galleria d’arte moderna Carlo Rizzarda. Il gusto straordinario per l’arte condusse Carlo Rizzarda a collezionare capolavori unici. In un microcosmo tutto sommato piccolo troviamo un sunto della storia dell’arte tra la fine dell’ottocento e gli anni trenta del novecento.

Feltre, città verticale, è un luogo di grande interesse storico, culturale e naturale, una meta perfetta tra le perle del Veneto per tutti i viaggiatori che desiderino conoscere ed esplorare il quadrante orientale del bel paese. Sicuramente una città importante perché ricca di storia e si inserisce anche in un ambiente naturale di altissimo pregio è una piccola città ma dall’altissimo valore e qualità degli elementi culturali che possiamo trovare all’interno.