ETNA – GROTTE LAVICHE E CRATERIAVVENTIZI

SICILIA

L’Etna, il gigantesco vulcano della Sicilia, offre uno dei più imponenti spettacoli di natura d’Europa.
Affacciato su Catania, sui boschi dei Monti Nebrodi e sull’Aspromonte che si alza oltre lo stretto di Messina, il Mongibello (jebel in arabo significa “montagna”) culmina in una serie di bocche eruttive intorno ai 3300 metri di quota.
Più in basso si estendono lunghissime lingue di lava, boschi di leccio, pino e betulla, centinaia di conetti avventizi creati nei secoli dalle eruzioni.

STORIA E DESCRIZIONE

L’Etna, da molti secoli, attira viaggiatori ed escursionisti. Empedocle, filosofo dell’antica Agrigento, ha osservato da lontano la tremenda eruzione del 475 a.C. che ispirò il Prometeo incatenato di Eschilo, poi è salito per vedere da vicino i crateri.
Una leggenda ripresa da Marguerite Yourcenar, che nelle sue Memorie di Adriano ha scritto che anche l’imperatore romano salì a osservare i crateri.
Nel 1787, Johann Wolfgang von Goethe si è fermato ai crateri avventizi dei Monti Rossi. Poco più tardi Déodat de Dolomieu, geologo ed esperto di vulcani francese, si è affacciato «sul cratere illuminato da una strana luce bianca che proveniva dall’interno».
Secondo Leonardo Sciascia, autore de Il giorno della civetta e A ciascuno il suo, «l’Etna sta come un immenso gatto di casa che quietamente ronfa e ogni tanto si sveglia, sbadiglia, con pigra lentezza si stiracchia e, d’una distratta zampata, copre ora una valle ora un’altra, cancellando paesi, vigne, giardini.

ESCURSIONI

E appunto come i gatti di Eliot ha tre nomi diversi: Etna, Mongibello, e il terzo segreto».
I crateri sommitali, che si trasformano a seconda delle eruzioni, possono essere raggiunti dagli escursionisti insieme alle guide alpine e vulcanologiche.
A quote più basse numerosi sentieri, segnalati e sistemati dal Parco regionale dell’Etna, si snodano tra bocche eruttive avventizie, conetti formati da lava e cenere, bombe laviche e altri segni di attività del vulcano.
L’itinerario compie il periplo del Monte Minardo, un cratere che si affaccia sui centri di Adrano e di Bronte, e inizia nei pressi della Grotta della Neve, una delle tante cavità formate dal raffreddamento superficiale della lava, e usate anche come conserve di neve.

Catania - Vulcano Etna
Catania – Vulcano Etna

QUOTA: da 1107 a 1345 metri;
DISLIVELLO: 500 metri;
TEMPO: 3.15 ore;
DIFFICOLTA’: E;
SEGNALETICA: cartelli;
QUANDO ANDARE: da aprile e novembre.

ITINERARIO

Dal centro di Bronte si segue viale Cavalieri di Vittorio Veneto in direzione di Adrano e della statale 284.
A una rotatoria si svolta a sinistra e poi ancora a destra, salendo per viale Indipendenza e incrociando viale Kennedy.
Dopo un’altra svolta a destra si esce dall’abitato e si continua in direzione dell’Etna.
La strada, che nella seconda parte ha un lastricato in pietra lavica, conduce al Piano dei Grilli (1156 metri), dove si trovano sono un rifugio e un’area da picnic.
Prima di incamminarsi sul sentiero si prosegue per circa 300 metri sulla strada. A sinistra, un viottolo indicato da tabelle conduce in pochi minuti alla Grotta della Neve (1109 metri, 0.30 ore a/r), nella quale si scende grazie a una scala in legno.
Tornati al posteggio, si supera un cancello in legno sul confine del Parco, e si va a destra per una strada forestale in direzione del Monte Minardo, entrando nel fitto bosco di lecci che riveste interamente le pendici di questo cono avventizio dell’Etna.

RIFUGIO CASE ZAMPINI E MONTE TRE FRATI

La strada forestale, sempre ben segnalata, compie un anello intorno al Monte Minardo e ad altri cocuzzoli. La si segue superando due cancelli e raggiungendo un primo bivio dove ci si tiene a destra.
Al bivio successivo (1107 metri, 0.45 ore) si lascia a destra la diramazione per Prato Fiorito. Si continua verso sinistra nella lecceta, fino a un altro bivio accanto al quale c’è un “pagliaro”, cioè un piccolo pagliaio di pietra.
Qui ci si tiene a destra, per un altro viottolo che costeggia il Monte Peloso, un altro cono avventizio, e arriva alla base del Monte Sellato e a un nuovo bivio (1222 metri).
Sul tracciato di destra si raggiunge il rifugio di Case Zampini (1345 metri, 1 ora), chiuso a chiave.
Si continua lasciando sulla destra le costruzioni, e dirigendosi verso il Monte Tre Frati, un gruppo di bocche eruttive secondarie che si attraversa proseguendo in linea retta a un quadrivio.
Raggiunto un altro bivio, accanto al quale è un altro pagliaro, si piega a sinistra e si scende a un nuovo incrocio (1269 metri) dove si va a destra in direzione del Monte Ruvolo. La strada forestale esce dal bosco e prosegue su una “sciara”, una colata lavica non ancora coperta dalla vegetazione.
Alla base del Monte Ruvolo si imbocca la strada che scende verso sinistra. Dopo aver attraversato il Piano delle Ginestre si torna al Piano dei Grilli (1 ora).