Fra le montagne d’Abruzzo, nella provincia dell’Aquila, è possibile visitare l’Eremo di Sant’Onofrio che ha formato la struttura spirituale del Monaco diventato in tarda età Papa Celestino V.
L’Eremo di Celestino V ( Eremo di Sant’Onofrio) sul Morrone è in realtà il luogo simbolo di Celestino e il luogo nel quale si uniscono la vicenda storica, la vicenda spirituale, la tradizione e il sentimento popolare, che sono fortissimi nei nostri territori intorno a questo personaggio. L’Associazione Celestiniana da oltre trent’anni custodisce questi luoghi esattamente per queste ragioni, perché in qualche maniera è l’espressione di questo sentimento popolare che nelle zone interne dell’Abruzzo non è mai venuto meno nei confronti di Celestino. L’eremo in realtà è un luogo che esiste nella storia dell’Abruzzo già a partire dall’anno 1000 perché in quel periodo cominciarono ad insediarsi sui contrafforti della Majella e del Morrone i primi anacoreti che provenivano in particolare dall’Asia Minore o addirittura dall’Egitto come nel caso di Sant’Onofrio al quale poi è intitolato quest’Eremo.

Celestino si recò in questo luogo sostanzialmente dopo che aveva fatto un primo insediamento ai piedi del Morrone dal quale nacque poi l’Abbazia Celestiniana. Però avendo scelto lui fondamentalmente una una vita eremitica, man mano che cresceva la sua fama di santo e anche di guaritore, a un certo punto ci fu un flusso molto forte di fedeli e di pellegrini, per cui per ritrovare l’isolamento e quindi il contatto spirituale con Dio decise di recarsi sui contrafforti del Morrone dove già c’era questo luogo che lui contribuì poi diciamo a sistemare. La memoria storica ci ricorda l’evento più importante di tutta la vicenda Celestiniana, il 1294 con Carlo II d’Angiò che andò a prelevare Celestino V dopo che fu eletto dal famoso Conclave nel quale dopo una vacatio di oltre 14 mesi non riusciva a eleggersi il Papa e finalmente Celestino V, l’umile Eremita del Morrone, divenne questo personaggio straordinario che contrassegnò un’epoca storica particolarissima. In realtà è un personaggio che ha lasciato una traccia indelebile in Abruzzo, in Italia e in Europa perché Celestino, per il suo approccio, fu un autentico rivoluzionario. Basti pensare che inventò le prime farmacie e i primi pronto soccorso lungo i tratturi. Anche le tecniche colturali più innovative, le nuove colture furono impiantate dall’Ordine Celestiniano nel territorio d’Abruzzo. La cultura fu un riferimento fondamentale dell’Ordine per cui si capisce qual è la dimensione del movimento, la spinta che celestino quinto ha dato alla cultura, alla solidarietà , alla spiritualità nell’occidente intero.

Le tracce della spiritualità di Celestino V non sono soltanto nell’Eremo del Morrone ma sono un po’ disseminate nel centro dell’Italia ma anche in Francia. E’ poco conosciuto per la verità questo grande Monaco che era molto attivo, di una spiritualità profonda, che fece anche tanti miracoli come si legge nella nella sua biografia. Ma forse la cosa più interessante di Celestino V è la Perdonanza Aquilana, questo privilegio che dette anticipando l’Anno Santo del 1300 qualche anno prima. E’ lì che nella grande Basilica di Collemaggio si sente la ricchezza profonda, umana e sociale di Celestino V perché era un uomo di una grande spiritualità ma anche di grande sensibilità sociale e di grande apertura politica. Trovò la forza di rinunciare e questo fu un atto coraggioso che può far pensare subito a Benedetto XVI. C’è qualcosa che riunisce i due perché rappresentano come dire una svolta nella storia. Non avremmo avuto il Papa Bonifacio VIII, non avremmo avuto il rinnovamento della Chiesa che venne dopo, non avremmo avuto Papa Francesco senza il coraggio di questo monaco, perché di monaco si tratta nello spirito.