Rientra nelle energie rinnovabili “una qualsiasi fonte energetica che si rigenera almeno
alla stessa velocità con cui la si utilizza“.
Frequentemente, in alternativa al termine di “energia rinnovabile”, si usano definizioni come “energia sostenibile” e “fonti alternative di energia“.
Esistono tuttavia delle sottili differenze:
- Per energia sostenibile si intende non solo la produzione e l’uso di energie rinnovabili ma l’adozione di una serie di applicazioni che comprendono anche l’aspetto dell’efficienza e del risparmio energetico.
- Le fonti alternative di energia sono invece tutte quelle diverse dagli idrocarburi, cioè non di origine fossile. In maniera più semplice possiamo indicare come Fonti Rinnovabili di Energia, tutte quelle fonti che si contrappongono alle energie tradizionali ottenute da fonti fossili, quali petrolio, carbone, gas naturale, sia perché potenzialmente “infinite”, sia perché hanno un minore impatto sull’ambiente.

Le rinnovabili, infatti, permettono di limitare le emissioni di CO2 la cui riduzione è il
principale obiettivo fissato dagli accordi internazionali ispirati dal Protocollo di Kyoto.
Le nuove tecnologie in via di sviluppo dovranno permettere inoltre di ottenere energia rinnovabile per il futuro ad un prezzo competitivo risolvendo così il grosso problema della sempre più crescente richiesta di energia.
Rientrano nella categoria delle rinnovabili:
- L’energia solare.
- L’energia eolica.
- L’energia geotermica.
- L’energia idroelettrica.
- L’energia da biomassa.
In particolare, nell’ambito della produzione di energia elettrica, le fonti rinnovabili
vengono inoltre classificate in “fonti programmabili” e “fonti non programmabili”, a seconda chepossano essere programmate in base alla richiesta di energia oppure no. Nel primo gruppo rientrano “impianti idroelettrici a serbatoio e bacino, rifiuti solidi urbani e alcune biomasse”, mentre nel secondo gruppo si trovano “impianti di produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas”.

ENERGIA DA BIOMASSE
Il termine biomassa è stato introdotto per indicare tutti quei materiali di origine organica
(vegetale o animale) che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione e sono utilizzati per la produzione di energia. La biomassa assume un ruolo importantissimo essendo ampiamente disponibile, risorsa energetica locale a basso impatto ambientale e se gestita correttamente, non destinata all’esaurimento. Le biomasse, con particolare riferimento a quelle di origine vegetale, entrano perciò a pieno diritto fra le fonti rinnovabili in quanto, oltre a rigenerarsi velocemente, nella produzione di energia non incrementano l’anidride carbonica (CO2) immessa nell’ambiente.
Infatti l’anidride carbonica che le piante assorbono durante il processo di sviluppo risulta la medesima che alla loro morte tornerebbe nell’atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica.
TIPOLOGIE DIVERSE DI BIOMASSA
Biomassa legnosa
Per Biomassa legnosa si intendono materie prime come residui e sottoprodotti ligno –
cellulosici derivanti dalle operazioni di manutenzione dei boschi, (ramaglie, potature, diradamenti), residui derivanti dalla lavorazione del legno (segatura, trucioli, cortecce, sfridi) e residui agro –industriali (es.: gusci e noccioli della frutta).
Biomassa da c olture dedicate – Agroenergie –
Con tale termine si indica quella biomassa coltivata specificatamente per fini energetici.
Solitamente ci si riferisce a quei prodotti agricoli coltivati in campo: dalle piante erbacee alle piante arbustive fino ad arrivare a quelle arboree (es.: le piantagioni di pioppi).
Biomassa da rifiuti organici e scarti di lavorazione
Oltre ai vegetali coltivati anche gli scarti dell’agroindustria, le deiezioni liquide e solide
di origine animale e i rifiuti organici possono essere sottoposti a digestione o fermentazione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno) per ottenere il biogas che, dopo opportuno trattamento depurativo, può essere usato come combustibile per il riscaldamento e per la produzione di energia elettrica e termica.

TECNOLOGIE
Appositi impianti alimentati a biomassa consentono di produrre energia: generalmente
termica con impianti di piccole e medie dimensioni e termica ed elettrica con impianti di medie o grosse dimensioni.
Energia da legna
La biomassa forestale o derivante da coltivazioni legnose oggi può essere utilizzata per
combustione diretta in caldaie ad altissimo rendimento, fino al 90%, rendendola economicamente competitiva con molti combustibili fossili. Queste caldaie forniscono acqua calda per il riscaldamento e per i sanitari.
Energia da Biogas
Il biogas è una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano, dal 50 al 80%)
prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti principalmente da vegetali in decomposizione, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti dell’agro-industria e altri rifiuti organici.
Energia da olio vegetale
L’olio vegetale (PPO – Pure Plant Oil) allo stato naturale può essere usato come semplice
combustibile, per illuminare o cuocere, come carburante per particolari motori diesel predisposti alla produzione di energia elettrica e termica e, se sottoposti ad esterificazione, come materia prima per la produzione di biodiesel.
Biocarburante e Biodisel
Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità maggiori al fabbisogno, si può ricavare l’etanolo o alcool etilico, che può essere utilizzato come combustibile per i motori endotermici, normalmente in combinazione con la benzina.
Dalle oleaginose (girasole, colza, soia, ecc..) per spremitura si ricava l’olio che opportunamente trattato origina il cosiddetto biodiesel, utilizzato come combustibile per i motori diesel.
Il biodiesel è un combustibile con caratteristiche analoghe al gasolio ed è ottenuto attraverso un processo chimico di transesterificazione fra un olio vegetale (colza, girasole) e un alcol (metanolo, etanolo).