VARIETA’ E RIPRODUZIONE
Tra le molte varietà di cavolfiore (Brassica oleracea) ricordiamo il Palla Bianca Precocissimo, il Napoletano Gennarese medio-tardivo, il Precoce di Toscana, il Precoce di Jesi e il Cavolfiore di Sicilia Violetto medio-precoce. La riproduzione avviene per seme.

CLIMA E TERRENO
Pianta abbastanza adattabile, il cavolfiore (brassica oleracea) preferisce i climi temperato-caldi. Il terreno di medio impasto ricco di sostanza organica e senza ristagni di umidità è il migliore.
SEMINA RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I cavoli rispetto all’epoca di semina si possono suddividere in primaverili, estivi ed invernali. I cavoli primaverili vanno seminati in semenzaio d’estate e trapiantati nell’orto all’inizio dell’autunno. La raccolta si effettua in primavera. I cavoli estivi vengono seminati in semenzaio all’inizio della primavera, trapiantati quando hanno raggiunto l’altezza di 5 cm, raccolti in estate. I cavoli invernali vanno seminati in semenzaio in primavera e trapiantati quando hanno raggiunto i 15 cm. Si raccolgono in inverno. Le distanze di semina variano con le varietà. Mediamente sono di 65 cm tra le file e di 50 cm sulla fila. La profondità di semina è di 1 cm. La raccolta è scalare man mano le inflorescenze raggiungo le dimensioni della varietà alla quale appartengono. Assieme all’infiorescenza si asportano una decina di foglie a protezione. La conservazione avviene a una temperatura di pochi gradi.
CONCIMAZIONE E CURE COLTURALI
4 q di letame maturo per 100 mq di orto interrati qualche mese prima ad una profondità di 40 cm, o 25 Kg di pollina secca. Le cure colturali prevedono innaffiature dopo il trapianto e nel corso della coltura. Quindi oltre alle classiche scerbature e zappature si possono legare le foglie sopra l’infiorescenza per proteggerla dal sole e favorirne l’imbianchimento.

AVVERSITA’
Le malattie sono assai numerose. Tra i parassiti del cavolfiore (brassica oleracea) ricordiamo il maggiolino, la mosca del cavolo, l’agrotide, la cavolaia, la tipula, la mamestra del cavolo, in punteruolo del cavolo. La mosca, simile a quelle che frequentano le nostre case, depone le uova presso i cavoli e da esse schiudono le larve che si insediano nelle radici facendo morire la pianta. La lotta consiste nel proteggere con collaretti di cartone il colletto dei cavoli, in lavorazioni per esporre le larve agli uccelli, nell’abbruciare le piante colpite, nel concimare con nitrati per aiutare la pianta a superare gli scompensi causati dal parassita.
L’agrotide s’accanisce contro il colletto che ripareremo con i soliti collari di cartone o spargendo cenere all’intorno.
La cavolaia, una farfalla dannosissima, depone le uovo dalle quali schiudono le larve che possono distruggere un intero raccolto. La lotta si basa su trappole e su irrorazioni con acqua saponata. Nel caso di attacchi gravi ricorrere a prodotti chimici.
La tipula danneggia radici e colletto. Può essere sconfitta con prodotti chimici o zappando il terreno onde esporre le larve alla voracità degli uccelli.
La mamestra è una nottua le cui larve attaccano il cuore del cavolo. Si combatte con polvere di piretro.
Infine il punteruolo è un coleottero le cui larve attaccano le piante in semenzaio insediandosi nelle radici causando piccole pustole. Se le pustole sono una o due si incidono le radici e si uccidono le larve al momento del trapianto, ma se le pustole fossero in numero superiore conviene bruciare le piante malate.
Pure le crittogame attaccano numerose il cavolfiore. La più pericolosa è certamente l’ernia del cavolo la quale colpisce indistintamente sia le crucifere coltivate, sia le spontanee. La crittogama causa deperimento della parte aerea, mentre sulle radici compaiono dei tubercoli dapprima lisci, quindi rugosi che infine si decompongono. Le radici secondarie diventano ipertrofiche compromettendo tutto l’apparato radicale. Fino ad arrivare alla morte.
La lotta è difficile in quanto non si conoscono efficaci sistemi. Nel caso di attacchi occorre sospendere la coltura per almeno sette anni., evitando contemporaneamente di allevare ogni tipo di crucifere, erbe infestanti incluse. Le cause che favoriscono l’ernia sono i terreni acidi, quindi la somministrazione di calcio può essere di un certo aiuto all’agricoltore. SI potrebbero trattare pure le radici con calomelano, un composto chimico a base di mercurio, ma va detto che il mercurio è per il corpo umano un veleno pericolosissimo. Altre malattie crittogamiche sono la peronospora, il marciume e l’oidio.