DESCRIZIONE
Il Cardo Mariano (Silybum marianum L.) è una pianta erbacea biennale, appartenente alla famiglia delle ASTERACEAE, con fusto eretto, semplice o con pochi rami.
Nel primo anno produce una rosetta di foglie basali, nel secondo sviluppa lo scapo fiorale.
Le foglie inferiori sono picciolate, grandi, lunghe fino a 40 cm, lucide e coriacee, variegate di bianco lungo le nervature, con spine forti; le cauline sono sessili e amplessicauli con orecchiette arrotondate, orlate di spine.
I fiori, ermafroditi, sono riuniti in grandi capolini, globosi solitari, portati da lunghi peduncoli, con squame involucrali con appendici spinoso-dentate, terminanti in un aculeo ricurvo; fiori tutti tubulosi, sono di color porpora e molto appariscenti.
I frutti sono acheni variegati di bruno e di bianco, con pappo candido.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
Il Cardo Mariano predilige zone desertiche e subdesertiche, dal bacino mediterraneo all’Asia centrale, in tutta Europa è naturalizzata.
In Italia è presente in tutte le regioni ad eccezione del Trentino Alto Adige.
Vegeta da 0 a 1000 m s.l.m ed è possibile trovarlo vicino ruderi, lungo le siepi e le vie, sulle scarpate delle strade e negli incolti.

PARTI UTILIZZATE E PERIODO DI RACCOLTA
Le giovani foglie basali e i nuovi getti in marzo-aprile, i capolini in maggio-giungo.
Oltre ai capolini, le foglie basali, quando ancora giovani e tenere, tolte le spine, possono essere bollite e mangiate, con olio, limone e prezzemolo tritato.
I fusti decorticati e bolliti possono essere utilizzati come verdura da accompagnare alle uova lesse.
Il Cardo mariano viene anche usato come componente aromatica e aperitiva per la preparazione di liquori.
RICETTA DELLA NONNA: Cardo mariano ai funghi
Decorticare dei giovani fusti e metterli per alcuni minuti a bagno in acqua e limone, insieme ad un cucchiaio di farina.
Lessarli, scolarli, quindi ripassarli in padella con aglio, olio extravergine d’oliva e mentuccia quindi aggiungere funghi secchi o anche freschi di diverse specie.
Servire ben caldi.
CURIOSITA’…
Secondo la leggenda le macchie bianche presenti sulle foglie sarebbero state provocate dalle gocce di latte cadute dal seno della Madonna intanto che allattava Gesù, quando la Sacra Famiglia era in fuga da Erode.
Un grande cardo lungo la strada fu l’unico nascondiglio che trovarono.
E’ una pianta che, grazie alla presenza di silimarina, trova applicazione in patologie epatiche tra le quali l’intossicazione da Amanita phalloides (Fungo basidiomicete della famiglia delle Amanitaceae. È uno sporoforo mortale molto diffuso, il più pericoloso esistente in natura.).