DESCRIZIONE
L’Aspraggine volgare (Helminthotheca echioides L.) è una pianta erbacea annuale e biennale, appartenente ala famiglia delle Asteraceae, con fusti ascendenti, striati e spesso rossastri; tutta la pianta è spinosa e ispida per la presenza di robuste setole.
Le foglie basali sono disposte in rosetta, spatolate, sinuato-dentate o intere, munite di grosse setole ispide, ad ancora o uncino; le cauline sono lanceolate, sessili e semiamplessicauli.
Le infiorescenze sono capolini disposti in corimbi irregolari con fiori tutti ligulati, gialli, venati di porpora nella parte inferiore.
Il frutto è un achenio rugoso munito di pappo bianco con peli piumosi.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
Entità con areale centrato sulle coste mediterranee.
In Italia è presente in quasi tutte le regioni, non è presente in Valle d’Aosta.
Vegeta da 0 a 1300 m s.l.m e predilige incolti aridi o umidi, ruderi, aree antropizzate, bordi di strade e substrati calcarei.

PARTI UTILIZZATE E PERIODO DI RACCOLTA
Le giovani foglie delle rosette basali possono essere raccolte da fine marzo ad aprile.
Pianta amara, ma le giovani rosette basali vengono spesse consumate crude in insalata o cotte, prima che nascano i frutti.
Nonostante l’aspetto poco invitante determinato dalla ruvidezza pungente, questa specie, una volta bollita, diviene tenera e dolce.
E’ ottima per minestre e minestroni, zuppe, ripieni per ravioli, torte e focacce.
Lungo la costa romagnola è spesso usata come ripieno nelle piadine.
RICETTA DELLA NONNA: Aspraggine in pastella
Bollire per alcuni minuti i piccioli delle foglie basali e parte della nervatura centrale, priva della lamina.
Lasciarli raffreddare e immergerli in una pastella ottenuta mescolando farina, acqua e birra, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, infine friggerli in abbondante olio caldo.
NOTE
Il nome del genere deriva dal greco hélmins, -inthos=verme e da théke=scatola, con allusione alla forma degli acheni che somigliano a piccoli vermi.
L’epiteto specifico deriva da echis=vipera, forse per la somiglianza dell’involucro fiorale alla testa di una vipera o forse perché la pianta adulta è così pungente che la sensazione è quella di essere stati morsi dal rettile.