1° maggio-Festa dei Serpari a Cocullo in Abruzzo

Si tratta di una celebrazione in onore di San Domenico Abate che si tiene ogni anno il 1° maggio a Cocullo (AQ), un piccolo borgo medievale immerso nel verde della Valle del Sagittario. Il momento più importante è la processione lungo le vie del paese con la statua del santo patrono ricoperta di serpenti (non velenosi) e portata a spalla. Legenda vuole che San Domenico Abate fosse il santo protettore dal mal di denti, dalla rabbia e dal morso dei serpenti e così ogni anno si ripete questa celebrazione in suo onore.

In questo paese di circa 200 abitanti, in quel giorno si arriva a sfiorare le 15-20 mila persone. Le celebrazioni avvengo nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie dato che la Chiesa di San Domenico è inagibile in seguito ai danni causati dal terremoto del 2009. Una volta terminata la messa la statua del Santo esce dalla Chiesa, viene “vestita” con i serpenti ed inizia la processione. Tutta la piazza tiene gli occhi sulla statua: se i serpenti coprono lo sguardo del santo, si preannuncia un anno cattivo.

I SERPARI

I serpari sono tutti gli abitanti del paese che, già da qualche mese prima della festa, sono andati tra i pascoli di montagna alla ricerca delle serpi in onore di San Domenico Abate per poi custodirle nelle proprie case in cassette di legno. Nel giorno della celebrazione camminano per le vie del paese accogliendo la gente con i serpenti al collo o tra le mani. Al termine della festa i serpari riportano ogni serpe nel luogo in cui l’ hanno trovata.
Sulle montagne attorno a Cocullo, rocciose, scabre o boscose, vivono quattro specie di serpenti, nessuno dei quali, ovviamente, è velenoso. A Cocullo si usano il cervone (che può essere lungo anche più di due metri), due specie simili di colubro (anche questo lungo fino a oltre due metri) e si trovano come altrove le bisce, spesso grosse e lunghe un metro e mezzo-due. Sono rettili di colore chiaro-marroncino-dorato-verdastro. Vivono sui monti, spesso nuotano, e sono utili amici dell’uomo nel senso che cacciano i topi.

San Domenico Abate

Secondo una tradizione locale, il Santo, cavandosi il dente e donandolo alla popolazione, fece scaturire una fede che andò a soppiantare il culto pagano della Dea Angizia, protettrice dai veleni, tra cui quello dei serpenti. A questa Dea venivano offerte, all’inizio della primavera, delle serpi come atti propiziatori. Il dente di San Domenico è una probabile allusione al dente avvelenatore del serpente.